La Casa Rossa, di Roberto Melli, 1923. Galleria Nazionale di Arte Moderna, Roma, Sala 25, Valori Plastici, prima della mostra temporanea. Attualmente nei depositi.
La Casa Rossa, di Roberto Melli, 1923 |
Un piccolo quadro, in parte dimenticato, di valore estetico assoluto, e totalmente inedito per lo stile italiano. Un quadro che i visitatori frettolosi della GNAM spesso ignoravano, perchè spesso ignorano il suo autore, ma che preannuncia la pop art e la pittura di Hopper che, proprio in quegli anni, aveva iniziato negli Stati Uniti la sua ricerca nella solitudine.
Un quadro del quale non era possibile ritrovare traccia nel web, e che solo pochi storici dell'arte citano. Giulio Carlo Argan, soprattutto, e Giuseppe Appella, che di Melli è stato il massimo studioso.
Al centro dello spazio si staglia una casa rossa, su una collina che credevo potesse essere una casa del Lungotevere, a Testaccio, dove Melli abitava, e che ho scoperto poi essere invece Villa Strohl Fern, all'epoca sede di numerosi studi d'artista, vista da via Flaminia.
La "casa" si delinea su un cielo azzurro, uno di quelli che i romani conosco bene, soprattutto in estate, con l'aria un po' loffia, del primo pomeriggio.
Il quadro poi si sviluppa con un taglio totalmente inedito e fuori dai tradizionali sistemi compositivi "italiani", con una linea diagonale che taglia e divide in due il formato quadrotto.
I fiori e la rete diventano così una texture astratta.
La prospettiva è totalmente rispettata, ma lo spazio diventa addirittura metafisico. Tutto è immerso nel silenzio. Non ci sono persone. Non c'è nessun compiacimento paesaggistico. Non c'è il desiderio di realizzare un quadro di sapore commerciale.
Non c'è il narcisismo di De Chirico. Non c'è più neanche lo "stile italico" del novecento classicista che imperava in quegli anni. Anzi, chissà perché, mi viene in mente l'immagine della casa della Signora Bates che sovrastava il motel di Psycho, che ho visto a Los Angeles negli studi della Universal.
Nel 1923, dopo aver attraversato il futurismo con dipinti e sculture di valore fondamentali (la donna con il cappello, una lama nella coscienza), appena due anni dopo la Marcia su Roma, due prima del quadro di Hopper, Melli (1885 -1958) aveva aperto una porta che gli italiani non erano stati in grado di vedere.
La casa di Hopper |
La casa di Psycho, 1959 Universal Studio |
gli studi di Edward Hopper dai suoi taccuini
L'arte non rende il visibile.
Ma rende visibile ciò che visibile, non è.
autoritratto
Villa Strohl Fern si trova a Roma, all'interno del parco di Villa Borghese. Fu acquistata nel 1879 dal nobile alsaziano Alfred Wilhelm Strohl (1847-1927) che aveva interessi artistici e talora indugiava nel mecenatismo. A cavallo tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento diversi artisti trovarono ospitalità nella villa. Dopo la presenza di alcuni artisti stranieri, vi sistemarono i loro studi pittori come Cipriano Efisio Oppo, Francesco Trombadori e Amedeo Bocchi, Carlo Socrate. Villa Strohl Fern diventò presto luogo di riferimento di altri pittori ed artisti tra cui Carlo Levi, Renato Brozzi, Ercole Drei, Arturo Martini, Virgilio Guidi, Umberto Moggioli e Alfredo Biagini
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