Ormai quasi più nessuno, privatamente, li commissiona e li detiene, come le sputacchiere o i bastoni da passeggio, ma sono uno specchio fedele del proprio tempo. Io li feci fare per mia figlia, a 9 anni, con sopra scritto GIULIA e sotto BAMBINA ...ma lei si vergognava e li usò pochissimo. Reggono bene invece quelli pensati per il business e di solito dopo che li ricevi, li lanci in una scatola e li dimentichi. Leggi Wiki e scopri che sono stati inventati nel 1700 in
Francia, per poi venire adottati in Italia a partire dal 1730, tanto che se ne
trova una citazione in Carlo Goldoni:
«Partendo da Bologna, facendo a lei
ritorno, in visite una volta spendeva tutto il giorno: ora con i biglietti
supplisco a ogni impegno.
Ah! I Francesi, i Francesi hanno il gran bell'ingegno!»
Ah! I Francesi, i Francesi hanno il gran bell'ingegno!»
Il Cavalier Giocondo, 1755
Non
ne sarei così certo. Pericle ad esempio faceva precedere le viste alla sua
amante Aspasia di Mileto, intorno al 440 a.C da una striscia di papiro con
scritto sopra il proprio nome. Sino alla fine dell’800 furono di fatto
territorio dei tipografi, che ne codificarono impostazione e grammatura (circa
350 gr.).
Poi con le avanguardie che equiparano la grafica all’arte, si capì che poteva dare spazio a nuove esplorazioni, ma sono rimasti una delle grandi risorse delle tipografie sino al 2000, prima di perdere definitivamente diffusione. Eppure hanno uuna funzione sociale precisa. Perché un biglietto da visita non ti dice solo che ci sei, ma chi sei, e, soprattutto, chi vorresti essere.
Poi con le avanguardie che equiparano la grafica all’arte, si capì che poteva dare spazio a nuove esplorazioni, ma sono rimasti una delle grandi risorse delle tipografie sino al 2000, prima di perdere definitivamente diffusione. Eppure hanno uuna funzione sociale precisa. Perché un biglietto da visita non ti dice solo che ci sei, ma chi sei, e, soprattutto, chi vorresti essere.
BELLISISMA RACCOLTA COMPLIMENTI!!
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