Quando in Italia non esistevano i
meme, non esisteva la televisione e il web due cose erano i grandi protagonisti
del ‘900: le vignette satiriche e la pubblicità.
Tra i maestri che resero celebri
entrambe, come Boccasile o Mauzan, un nome va ben ricordato: Mario Cussino,
salito da Potenza a Roma per conquistare il mondo, rinunciando alla sua laura
in Giurisprudenza per fare l’illustratore.
Nato nel 1900, morto nel 1990 ha
collaborato con il periodico umoristico "Il Travaso e "Il becco giallo" con altre
testate di satira, realizzando negli anni '30 anche un ritratto dei "tipi
romani" e della vita in città in 36 vignette.
E’ però legato a due icone del
proprio tempo, come la celebre immagine pubblicitaria del Cachet Fiat, con le mani a cerchio lette
sempre in maniera equivoca, e la serie di pubblicità e vignette della serie
Magnesia San Pellegrino, oggetto di collezionismo al tempo al pari delle figurine del Feroce Saladino.
Negli anni ’20 apre anche la
premiata ditta Allestimenti Cussino (1922-1983) con la quale realizzerà gli allestimenti
per la Mostra della Rivoluzione fascista, una delle più spettacolari mostre (di
regime) mai organizzate in Italia.
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