Maschile? Femminile? Dipende dai casi.
Neutro è il solo genere che mi si addice sempre”.
Claude
Cahun
Se
questo blog esiste, c’è un perché: aver letto ai tempi dell’università “Vite immaginarie” di Marcel Schwob. 23
biografie scritte nel 1896 che mettono in fila, uno accanto all’altro,
personaggi illustri come Empedocle o Paolo Uccello, figure inesistenti come
Katherine, merlettaia nella Parigi del ‘400, e personaggi reali, ma totalmente ricreati
in punta di penna, come i serial killer Burke e Hare. Tutto inventato, ma così
credibile da sembrare vero. Così da farmi pensare di poter scrivere un giorno
il vero, dando la sensazione che fosse tutto inventato.
Da cui si evince che la cultura personale
è come un grosso maiale setoloso. Non solo non butti via mai nulla, ma quello
che prendi, prima o poi, lo trasformi sempre. Non mi sono mai pentito di aver
appreso qualcosa e spesso nozioni apparentemente casuali, incongrue e volatili,
assorbite nel tempo, mi hanno dato l’opportunità di guadagnarmi da vivere.
Penso che i soldi meglio spesi nella vita siano le esperienze e le emozioni.
Penso che i soldi meglio spesi nella vita siano le esperienze e le emozioni.
Per
questo ora, ho l’onore e il privilegio di presentarvi la nipote di
Marcel Schwob, Lucy Renée Mathilde Schwob, del quale il nonno sarebbe
stato fiero e che sembra essere stata concepita per confermare la linea
editoriale di questo libro. In seguito nota come Claude Cahun, nome che
- 9 su 10 - non vi dirà nulla è stata un'artista totale, fotografa e
scrittrice, esponente del surrealismo e della cultura omosessuale, ma
solo perché da qualche parte dovevamo metterla. Figlia di Victorine
Mary Antoinette Courbebaisse e di Maurice Schwob, noto giornalista,
proprietario della rivista Le Phare de la Loire, nasce il 25 Ottobre del
1894 a Nantes. Quando ha solo 4 anni la madre, crolla in un
esaurimento nervoso che la conduce in una clinica psichiatrica e poi in
un manicomio a Parigi, dove rimarrà tutta la vita. La piccola resta a
vivere con il padre e con le tate. Per proteggerla dal crescente
razzismo che incomincia a serpeggiare nella società francese dopo le
polemiche suscitate dall'Affare Dreyfus che aveva coinvolto un ufficiale
di religione ebraica, a quattordici anni viene inviata a studiare a
Londra, dove rimane due anni e dove incontra una diciassettenne, anche
lei di Nantes, Suzanne Malherbe, promessa delle arti grafiche. E’ un
colpo di fulmine, che nel tempo si trasforma in “passione gelosa ed
esclusiva” che oscura ogni altra cosa, e che porta Lucy Schwob
all’anoressia. Arrivano a costruire anche un loro marchio di fabbrica,
le lettere “L S M” - iniziali intrecciate di Lucy Schwob e Suzanne
Malherbe, che suonavano “Elles s’aiment”. La relazione viene
osteggiata, com’è ovvio, dalle rispettive famiglie, ma non c’è nulla da
fare. Il loro amore durerà sino alla morte, fondendo attività espressiva
e vita comune. C’è anche spazio per un Teatrino dell’Assurdo, quando
il padre, che ha deciso di rifarsi la vita, conosce e sposa la madre di
Suzanne, rendendole de factu sorellastre, e costringendole così a una
grottesca recitanella cerchia di e parenti Da subito inizia a
scrivere e a fotografare, firmando le sue opere con il nickname Claude
Courlis, Daniel Douglas per poi giungere a Claude Cahun. Un nome
“neutro”, che può sembrare maschile o femminile, accompagnato da un
cognome tipicamente ebraico: “rappresenta ai miei occhi il mio vero
nome, piuttosto che uno pseudonimo”. Anche Suzanne cambierà il suono
nome per diventare Marcel Moore. La coppia è pronta per affrontare il
mondo.
Claude
ha la possibilità di poter pubblicare sul giornale diretto dal padre e si fa
apprezzare con testi trasgressivi come “Chanson
Sauvage”, “Ephémérides”, “Vue e Visions”, per poi riuscire a
realizzare nel 1919 un libro autobiografico “Aveux non avenus”, nel quale mischia pensieri, disegni, fotografie,
e che continuerà a evolversi nel tempo.
Da
questo momento inizia il momento più fertile della sua ricerca formale, che si
basa - e non è un caso - sulla lettura di sé, sull’autoreferenzialità. Indaga
il proprio corpo che trucca, camuffa, nasconde. Poi si spoglia, si rade a zero
i capelli, in una serie di straordinari autoritratti
en travesti, realizzati da lei stessa o da Suzanne, che scatta e ritocca in
camera oscura, divenendo parte attiva del processo creativo.
Claude
scrive: “Sotto questa maschera,
un'altra maschera. Non riesco a finire di raccogliere tutte queste facce”.
E’
una ricerca della propria identità e sessualità che appare incredibilmente
avanti rispetto ai tempi - si pensi che è ancora l’epoca dei finti svenimenti e
dei viaggi in prima classe in Transatlantico. Un percorso di autoanalisi che
riporta alle sperimentazioni che compiranno all’inizio del nuovo millennio il giapponese Yayoi Kusama e la
statunitense Cindy Sherman, la quale
con 3.9 milioni di dollari del 2011, ha raggiunto la cifra record per una
fotografia: un suo autoritratto.
Nel
1925 pubblica “Héroines” con i
disegni realizzati dalla sua compagna, collabora
con la rivista omosessuale Inversions
e negli anni ’30 fonda con Georges Bataille e André Breton il gruppo di teoria
rivoluzionaria Contre-Attaque
divenendo, nel 1935, animatrice della Association des Ecrivains et
Artistes Revolutionaires.
Trasferitasi
a Parigi a partire del 1920, entra a far parte della vita culturale della
città, conoscendo “pericolosi sovversivi” come Gertrude Stein, Philippe Soupault, Henri Michaux, George Bataille, André
Breton, Tristan Tzara, Salvador Dali, e Man Ray partecipando a esposizione
surrealiste a Parigi e a Londra.
Il
clima è però cambiato, lesbica e giudea, avverte la necessità di cambiare area
e nel 1937 con la sua compagna decidono di stabilirsi sull’isola di
Jersey dove creano il loro rifugio “La Rocquaise”
in St. Brelade’s Bay, anche se in paese le
chiamano “Le Sorelle”.
Quando la Francia cade e i
tedeschi occupano le Isole del Canale per preparare lo sbarco in Inghilterra,
loro si trovano in trappola.
Non possono stare con le mani in
mano e la loro arma diventa la parola. Inventano una “resistenza culturale”
folle e coraggiosa, visto che essere in un’isola impedisce azioni militari, e
non ne sarebbero capaci.
Stampano volantini anti-tedeschi e
manifesti firmati Le soldat sans nom - il soldato senza nome. Anche questo riesce a trasformarsi in
performance.
I messaggi diventano poesie, che
arrivano a infilare addirittura appallottolate nelle tasche dei soldati della
Wermacht durante manifestazioni pubbliche e funerali.
Nel 1944 vengono scoperte,
arrestate e il 16 novembre condannate a morte, ma la sentenze non sarà
effettuata. Nell’isola, per fortuna, non è presente la Gestapo, e nonostante lo
choc e il trattamento subito in prigionia, Claude riesce a non essere deportata
come ebrea.
Ad Alderney i tedeschi
costruiscono poi quattro campi di concentramento, unici lager nazisti sul
territorio britannico, dove moriranno di stenti 700 prigionieri su 6.000. Le
due donne e gli altri prigionieri saranno liberate grazie all’arrivo degli
Alleati solo il 9 maggio del 1945.
Questa prova ha logorato Claude,
tanto che non riuscirà più a recuperare la salute e nelle poche foto successive
sembra avere vent’anni di più.
Anche
i suoi autoritratti hanno perso la genialità creativa dei primi anni e
richiamano il tema della morte. Sembrano più una parodio che una ricerca.
La
loro abitazione è stata più volte perquisita e il loro materiale fotografico è
stato distrutto con l’accusa di pornografia, tanto che molte delle immagini rimaste
sono in realtà i provini.
Nel
Dopoguerra Cahun tentò di riappropriarsi della propria vita e di riallacciare i
rapporti col gruppo surrealista, incontrando Breton e Max Ernst. Progetta di
tornare a Parigi quando muore nel ’54 nell’ospedale di Jersey a 49 anni per embolia
polmonare.
Moore,
rimane a Jersey, si trasferissce in una casa più piccola, Carola, e nel 1972, sola e malata, carica di ricordi, si toglie la
vita. Aveva 80 anni.
Dimenticate per lungo tempo,
Claude Cahun e Marcel Moore vengono riscoperte solo negli anni novanta grazie a
una biografia scritta da François Leperlier (“Claude Cahun, l’écart et la métamorphose”) .
Nel 2007, David Bowie ha creato per the High Line Festival una mostra
multimediale dell'opera di Cahun nei giardini del General Theological Seminary di New York, avvicinando la loro
figura alla cultura pop.
Claude Cahun, 1928
Claude Cahun. 'Object' 1936
Claude Cahun. 'Autoportrait' 1939
Campo di Alderney
Caude Cahun nel 1945
dopo la prigionia. Un'altra persona
Mary-Antoinette Courbebaisse: A Victorian woman that had a place with an illustrious family and was respected by quite a few people all over the planet.
RispondiEliminaMary-Antoinette Courbebaisse