UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti 50 nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, progettisti, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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sabato 9 gennaio 2016

L'AFFASCINANTE E INARRIVABILE MUSEO DELLA MERDA




Superi Aguzzano, e aggirandoti nella Bassa, senza grandi cartelli segnalatori, si arriva prima in una cascina,  poi in un castello, e quindi in una delle più stimolanti e coinvolgenti iniziative culturali italiani degli ultimi anni. Il Museo della Merda, a Castelbosco, in provincia di Piacenza.

Questa l’idea di un imprenditore/collezionista che ha costruito un piccolo impero sulla merda, trasformando la propria passione nel proprio lavoro, e viceversa.

Produceva latte per il Grana Padano con 2.500 bovini di razza selezionata, super-efficienti (300 quintali circa di latte e 1.000 di sterco). Una quantità di merda terrificante, che il proprietario ha voluto e saputo trasformare in oro civico, avviando un progetto ecologico e industriale avveniristico che ha portato a realizzare una efficiente centrale di biogas. Dallo sterco ricava così metano, concime per i campi, materia grezza per intonaco e mattoni. E lo fa con sistemi di nuova concezione che oltre a ridurre l’inquinamento atmosferico e la distribuzione di nitrati nel terreno, seguono un principio che ridisegna il ciclo della natura in un circolo virtuoso.
Ha realizzato anche piatti e altro materiale, che si possono comprare nello shop (shit shop) e online.


Il museo è stato ricavato da un maniero cinquecentesco, lasciato nel restauro allo stesso stato (come aspetto degli interni) di quando è stato trovato che si staglia all’interno dell’azienda, proprio vicino agli impianti di trasformazione, che fanno parte essi stessi della esposizione museale. Vicino alle mucche, e l'odore diventa quasi una musica.

Sembra quasi un rudere, elegantissimo e un po' snob, riscaldato dal calore prodotto dalla merda dell’impianto e ospita opere di arte contemporanea. Non la “merda d’artista” (sarebbe stato troppo banale, dice Locatelli) ma opere di ricercata qualità, che spaziano dall’arte povera al contemporaneo di grandi maestri internazionali.

Ah, dimenticavo. I capannoni per la lavorazione della merda sono stati decorati da artisti del calibro di David Tremlett e Anne et Patrick Poirier.
Secondo me, poi, porta anche fortuna.
 
www.museodellamerda.org 






Luca Cipelletti e Gianantonio Locatelli dialogano all’interno del loro museo ©Henrik Blomqvist








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