Il bambino ha zampette di capra e scruta i passanti con aspetto luciferino, anche se dal suo viso emerge un ghigno divertito che non riesce a dissimulare. Sotto di lui, padre Sileno e mamma Ninfa lo sorreggono a mo’ di ponte, ebbri di felicità per quel dono forse inatteso.
Lei, con gli occhi chiusi, assapora questo breve istante. Anzi, sembra pensare e rivedere qualcosa successo molto tempo prima, che la riempie di gioia in un moto di intimo pudore.
Il padre satiro, invece, incurante di essere metà uomo e metà bestia (la scultura va vista veramente a 360°) è fiero di sé ed esprime il massimo della potenza virile. E tutti e due, infine, si fondono con la natura.
Il padre satiro, invece, incurante di essere metà uomo e metà bestia (la scultura va vista veramente a 360°) è fiero di sé ed esprime il massimo della potenza virile. E tutti e due, infine, si fondono con la natura.
Questo straordinario gruppo scultoreo, arricchito alla base da una fontana di conigli (da cui prende il nome di “Fonte Gaia”) accoglie i visitatori al Giardino del Lago, a Villa Borghese. E’ opera dello scultore, molto celebre al tempo, Giovanni Nicolini (1872 -1956) ed è, senz’ombra di dubbio, una delle più belle sculture presenti a Roma, per la maestria dell’esecuzione e per la forza della composizione, che racchiude le tre figure in un quadrato perfetto, ricco di forza e di tensione.
Un’opera che non ha la fama internazionale che in realtà meriterebbe, probabilmente anche a causa della tarda data di esecuzione (1928), che pone tuttavia il gruppo come l’opera che chiude realmente le suggestioni e i riferimenti culturali della cultura liberty. Che termina qui, all’inizio degli anni ’30, e che fa già presagire, sulla ghiaia, il rumore dei passi di marcia dei legionari fascisti.
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P.S. nel dicembre 2011, qualcuno, forse la stessa banda di disperati che un mese prima aveva trafugato la testa del satiro sempre a Villa Borghese ha decapitato di notte il bambino, rubando forse per sempre quel sorriso.
è stata poi ritrovata
Il
recupero è frutto di un’intensa e costante attività info-investigativa delle
Fiamme Gialle del II gruppo, che sono riuscite a circoscrivere e monitorare la
zona del presunto occultamento. Quindi l’opera è stata ritrovata con l’aiuto del
metal detector nella pineta di Ostia, in località Acque Rosse, prospiciente via
dei Pescatori e via Mar dei Coralli, quando era già pronta per essere collocata
sul mercato illegale estero. In Italia, infatti, non poteva essere venduta a
causa del suo notevole valore, ma soprattutto per la sua notorietà. I ladri,
agendo con una sega nella zona posteriore del collo del satirello, avevano
provocato il cedimento di una saldatura originale nella zona anteriore del collo
e determinato il distacco, lasciando un brandello di metallo sollevato. Anche la
figura del fauno maschio adulto presenta profondi graffi all’altezza del collo
provocati dal tentativo di seghettatura.
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Giovanni Nicolini, scultore autoritratto |
Grazie per avermi fornito notizie su un monumento che mi ha colpito, domenica scorsa, durante una passeggiata a villa Borghese.
RispondiEliminaGrazie anche da parte mia! Sto studiando la villa e questo blog mi ha illuminata!
RispondiEliminaKatia
Grazie per aver soddisfatto la mia curiosita' di cittadina romana, la spiegazione e la descrizione sono chiare ed esaustive.
RispondiEliminaanche il barometro o termometro del Giardino del Lago sparì da decenni. Roma non si libererà mai dai vandali.
RispondiEliminaI don't understand the rabbits
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