UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti 50 nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, progettisti, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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mercoledì 12 ottobre 2016

LISA FONSSAGRIVES. TOP MODEL. SCULTRICE AL TOP.


Lisa Birgitta Bernstone nasce a Göteborg in Svezia il 17 maggio 1911, quattro anni prima di Ingrid Bergman. 
Anche lei, come Ingrid è svedese, alta e ha i piedi lunghi, e anche lei ha uno sguardo freddo che piace e affascina il pubblico occidentale, anche se lei si definisce solo un “appendiabiti”.
 

Da ragazza ha studiato danza, anche a Berlino, e scultura. Poi va a Parigi per perfezionarsi nella danza (a casa ha aperto anche una scuola di ballo), ma un giorno, nel 1936, mentre è in ascensore viene notata dal fotografo Willy Maywald che le propone di diventare modella.
Appende le scarpette e inizia a sfilare e a posare guadagnando subito la copertina per Stern. Sono pochi anni di successo, poi scoppia la guerra e se ne va negli Stati Uniti e sarà solo nella seconda meta degli anni ’40 e negli anni ’50 che diventerà una vera e propria icona di stile, ormai quarantenne, e la modella più famosa di sempre. Forse la vera, prima, top model.

Nel 1935 sposa il fotografo francese Fernand Fonssagrives (del quale adotterà il cognome) e dal quale avrà una figlia. Si separerà poi da lui  per sposare nel 1950 un altro fotografo, il mitico Irving Penn, che ha sei meno di lei, diventandone musa ispiratrice.
Trasferitasi a New York posa per George Hoyningen-Huene, Man Ray, Horst, Erwin Blumenfeld, George Platt Lynes, Richard Avedon, Edgar de Evia, donna copertina per Vogue, Life e Vanity Fair, libera e disinvolta nel nudo come nella sua immagine patinata di milionaria sofisticata.
Di lei il direttore di Vogue dirà: “She epitomized a very noble period of fashion and couture. She gave a classical dignity to anything she wore.



Fine della prima vita.

Negli anni ’60 molla tutto. Ha avuto da poco un altro figlio da Penn, ha iniziato a disegnare abiti e accessori di moda, quando riscopre una sua antica passione, l’arte. Anzi, riesce finalmente a dedicarsi alla scultura, e grazie alla sua fama straordinaria brucia tutte le tappe, divenendo artista ufficiale della Marlborough Gallery, la più blasonata e remunerativa galleria del tempo.
Il problema è che veramente brava e le piace sperimentare materiali diversi: bronzo, marmo, fibra di vetro.
Ha imparato la lezione di Moore e Arp, la corrente che immediatamente segue è il modernismo americano, ma riesce a raggiungere una totale autonomia di forme, portando anche la sua cultura europea. Quasi miscelassimo Maillol e gli scultori Inuit canadesi.
Il problema è che Lisa Fossangrives Penn è troppo bella e famosa per essere presa sul serio. Ha iniziato troppo tardi e riesce a operare solo per 25 anni (che è sempre un quarto di secolo), tanto che anche oggi Wikipedia accenna alla sua attività di scultrice solo come una curiosità.

Morirà di polmonite a New York nel 1992 all'età di 80 anni e anche il NY Times citerà appena nell’epitaffio, la sua avventura artistica. Penn morirà nel 2009.

Fine della seconda vita.




1949

Iriving Penn
Bomb - bronzo 1985






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