UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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sabato 13 ottobre 2018

L’UOMO IN BOMBETTA. ANTON RÄDERSCHEIDT

22 anni prima di Magritte un signore in bombetta gira per Colonia. Dipinge, si ritrae, incide, fotografa se stesso in un continuo scambio di identità. Ecco, il suo uomo in bombetta non vola come l’amico belga si inventerà in seguito, ma interpreta già quell’assurdo borghese che il Magritte farà divenire icona e che il tedesco aveva già intuito. Non è ovviamente un plagio, ma l’arrivo naturale di un medesimo percorso intellettuale.
 





Anton nasce nel 1892 a Colonia, uno dei sette figli del poeta dialettale Wilhelm Räderscheidt.

Il padre vuole che faccia l’insegnante, e giunge a un compromesso.  Si diploma alla scuola superiore nel 1910 presso la scuola d'arte di Colonia e poi frequenta un seminario di insegnante di disegno presso Lothar von Kunowski .

Inizia a dipingere, ma chiamato alle armi viene gravemente ferito dalle granate nella battaglia di Verdun. Nel 1917 continua la sua formazione e supera l’esame di stato come insegnante di disegno con il massimo dei voti, iniziando a lavorare a Colonia-Mülheim.

Ma è l’arte vera che prende il sopravvento. Nel 1925 viene invitato alla leggendaria mostra di Mannheim "Neue Sachlichkeit". Forma il gruppo STUPID (stupid) con cui realizza alcune mostre nel suo studio a Hildeboldplatz e inizia a fotografare. Si sposa con l'artista Marta Hegeman che come lui opera nella ricerca della nuova oggettività.
Nel 1932 fonda un altro gruppo di avanguardia, visite l’Italia e si separa da Marta da cui ha avuto due figli.

Quando i nazionalsocialisti salirono al potere la sua arte, cosi satirica e vicina alla Nuova Oggettività viene considerata degenerata.

Fuggì con la sua nuova fidanzata Ilse Meyer Butcher (nato Salberg), ebrea, a Parigi e poi a Sanary. In esilio Anton Räderscheidt viveva costantemente nel timore che i nazionalsocialisti potessero prendere il potere in Francia. Dopo l'occupazione tedesca della Francia, viene detenuto come straniero indesiderato nel centro di detenzione Les Milles. Lì conobbe altri artisti come Hans Arp e Wols. Fuggì e fuggì in Svizzera nel 1942 con il suo nuovo socio (Ilse Meyer-Metzger). Il suo studio a Parigi fu saccheggiato e molte immagini scomparvero per sempre.
Dopo la morte di Ilse Meyer-Metzger, è tornato a Parigi nel 1947. Lì conobbe Gisèle Boucherie (nata Ribreau) e si trasferì con lei nel 1949 a Colonia. Il suo ultimo studio era in Landsbergstraße, nel centro storico di Colonia. Nel 1963 si è sposato ancora una volta con Gisèle Boucherie.
Dopo un ictus Anton Räderscheidt soffre di una percezione alterata dell'ambiente che proseguirà sino alla morte avvenuta nel 1970.



l'ultimo periodo

Anton e Martha in una famosa foto di August Sander



MARTA ARTISTA
Frau mit Schirm, Katze und Herz
100 x 80 cm Öl auf Leinwand 1929






ANTON. GLI ULTIMI AUTORITRATTI



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