La shoah e l’arte in Italia è una pagina che ancora non è stata
interamente scritta, e che forse avrà per sempre dolorosi oblii, che ha ha lasciato dietro di sè autori illustri, come il triestino Arturo Nathan, deportato a Bergen Belsen per le sue origini
ebraiche, morto di fame nel campo di concentramento di Oflag V-B Biberach nel
1944.
E' stata raccontata poi con i disegni di Corrado Cagli, del pittore e ceramisra Mario Moretti (per un anno e mezzo nella Risiera di San Sabba), di Zoran Music, sopravvissuto all'Olocausto, ma soprattutto del milanese Aldo Carpi (1886 –1973) deportato a Gusen, campo-satellite di Mauthausen, in Austria, dove soltanto il 2% dei prigionieri sarebbe tornato, e dal quale lui riporta l’unico vero diario in presa diretta all’interno di un campo di sterminio.
E' stata raccontata poi con i disegni di Corrado Cagli, del pittore e ceramisra Mario Moretti (per un anno e mezzo nella Risiera di San Sabba), di Zoran Music, sopravvissuto all'Olocausto, ma soprattutto del milanese Aldo Carpi (1886 –1973) deportato a Gusen, campo-satellite di Mauthausen, in Austria, dove soltanto il 2% dei prigionieri sarebbe tornato, e dal quale lui riporta l’unico vero diario in presa diretta all’interno di un campo di sterminio.
Germano Facetti con i vestiti da prigioniero e riporta il numero di matricola: 53396 |
Toccante, infine, il Taccuino di
Germano Facetti, arrestato nel 1943 a 17 anni e portato nello stesso campo di
Gusen. Lo ha tenuto nascosto anche ai suoi famigliari per quaranta anni, dopo
essere andato a lavorare come designer a Londra nel dopoguerra. La
matricola 53396, che ha trovato un amico e un confidente nell'architetto Lodovico Barbiano di Belgiojoso, lo assembla di nascosto con fili di rame, realizzando la copertina
con il tessuto dell'uniforme da deportato e ci inserisce poesie, disegni, foto,
giornali strappati. Cose inutili, fondamentali per continuare ad esistere. E’
stato presentato al pubblico la prima volta nel film di Tony West, The Yellow Box. A Short History of Hate,
nel 1998.
Il Taccuino (14x10 cm) contiene
- disegni di Belgiojoso e Facetti (forse copie dei disegni del primo);
- fotografie (originali o tratte da riviste, da giornali o da archivi tedeschi);
- brani di poesie di Belgiojoso;
- liste di nomi di deportati e relativi indirizzi;
- una mappa delle baracche del lager;
- un foglio di inventario dei prodotti bellici prodotti nel campo
«Ho sempre cercato, a
tutti i costi, dei pezzi di carta per fermare un pensiero, un'idea. È
stata in me sempre profonda l'esigenza di far sì che potessero rimanere
orme e percorsi oltre la mia vita. [...] Il bisogno di comunicare ha
attraversato la mia vita come una sorta di filo rosso»
I TESTIMONI
Aldo Carpi, disegni a Gusen |
Zoran Music, Dachau |
Corrado Cagli |
Taccuino di Facetti |
Szajna Jósef, n. Polonia, 1922 Appello, 1944 Campo di concentramento di Buchenwald, Germania |
Sopravvivere a oltre un anno e mezzo di internamento in un lager, non soltanto nel corpo ma anche nell'anima. Non abbrutirsi, mantenendo alta la propria dignità, vigile la mente, vivace la fantasia. Questo lo scopo, e il messaggio, dei 150 disegni e del taccuino, noto come Diario della prigionia, oggetto di questo catalogo e della mostra realizzata dal Comune di Trieste in uno dei luoghi simbolo delle atrocità della Seconda guerra mondiale in Italia, la Risiera di San Sabba. Mario Moretti, pittore, scultore e ceramista pordenonese (1917-2008), tra il 1943 e il 1945, durante la propria prigionia quale internato militare italiano, trascorsa in tre diversi lager in Polonia e Germania, eseguì numerosi disegni,
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