Kati Horna (1912-2000), fotografa ungherese,
proveniente da una famiglia aristocratica ha abbandonato una vita agiata e
tendenzialmente provinciale per compromettersi con il mondo. Questo è uno dei
segreti della vita, scegliere di cambiare vita, identità, radici. Alternare il surrealismo con la crudezza della vita (fotografa carceri, guerre, handicap). Rischiare,
forse vincere. Forse no, sapendo comunque di aver mischiato le carte.
... Paradises Kati Horna. Untitled, série Oda a la necrofília |
Ha partecipato alla guerra civile in Spagna e aderito
a gruppi anarchici come Mujeres Libres
o Tierra y Libertad,
caratterizzandosi per uno stile del tutto autonomo. Emigrata in Messico nel
1939, ha fatto parte della cerchia surrealista, sia a Parigi che a Città del
Messico, insegnando fotografia presso la Scuola
Nacional de Artes Plásticas e presso la Universidad
Iberoamericana.
“Le sue immagini
di donne anziane, bambini, madri e bambini sono strazianti sia nella loro
immediatezza e visionario sia nella scelta della materia e immagini come la
donna al seno nel campo profughi di Madrid presenterà la dignità e la forza
delle donne sotto assedio.” Pazzesche, anche per violenza e originalità, le
visioni surrealiste realizzate in Messico, molto apprezzate da Luis Bunel. Uno
sguardo magico e quotidiano che punta a cercare il magico e l’onirico anche
nella realtà più cruda.
Kati Horna nello studio di József Pécsi Budapest, 1933
|
Il suo nome originale era Kati Deutsch. Da giovane
apprende le tecniche di fotografia a Budapest, dove lavora nello studio del
prestigioso fotografo ungherese Josef Pécs. Da lui conosce Robert Capa, con il
quale sarà per breve tempo anche socia.
Nel 1932 si trasferisce a Parigi, dove completa la sua
formazione iniziando a collaborare con l'agenzia francese Agence Foto. Entrata in contatto con il gruppo surrealista che si
riuniva in Montparnasse al Café des
fleurs ne subisce la seduzione.
E insieme al suo amico, l'artista Wolfgang Burger (un giovane rifugiato
tedesco, discepolo di Max Ernst), sviluppa tra il 1935 e il 1937 una serie di
immagini, che criticano la situazione politica europea, ridicolizzando in
particolare la figura di Hitler. Il clima di rottura e di utopia in cui Horna
vive a Parigi, contribuisce a rafforzare la sua ideologia libertaria.
Partita per documentare gli orrori della guerra civile
spagnola, si innamora del suo futuro marito, il pittore e scultore José Horna (del
quale prenderà il cognome) con il quale si recherà insieme a Parigi, quando
l’invasione nazista la fa fuggire di nuovo, questa volta in Messico, come tanti
artisti e dei rifugiati in generale, tra cui Tina Modotti. Frequenta un ambiente fervido e stimolante, compreda Frida Khalo e Leonora Carrington, imprevedibile scrittrice e pittrice britanninca, trapiantata in Messico.
Leonora Carrington, Kati Horna, Remedios Varo, Mexico, 1957. |
Il Messico sarà la sua patria definitiva. Kati Horna
morirà nell'ottobre 2000. Anche il nuovo secolo si è riuscita a vedere.
Incontentabile…
interessante!
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