UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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domenica 24 maggio 2015

KAI HORNA. LA SURREALISTA ANARCHICA.


1937. spagna. la scala del convento. fotomontaggio

Kati Horna (1912-2000), fotografa ungherese, proveniente da una famiglia aristocratica ha abbandonato una vita agiata e tendenzialmente provinciale per compromettersi con il mondo. Questo è uno dei segreti della vita, scegliere di cambiare vita, identità, radici. Alternare il surrealismo con la crudezza della vita (fotografa carceri, guerre, handicap). Rischiare, forse vincere. Forse no, sapendo comunque di aver mischiato le carte.


... Paradises Kati Horna. Untitled, série Oda a la necrofília

Ha partecipato alla guerra civile in Spagna e aderito a gruppi anarchici come Mujeres Libres o Tierra y Libertad, caratterizzandosi per uno stile del tutto autonomo. Emigrata in Messico nel 1939, ha fatto parte della cerchia surrealista, sia a Parigi che a Città del Messico, insegnando fotografia presso la Scuola Nacional de Artes Plásticas e presso la Universidad Iberoamericana.

Le sue immagini di donne anziane, bambini, madri e bambini sono strazianti sia nella loro immediatezza e visionario sia nella scelta della materia e immagini come la donna al seno nel campo profughi di Madrid presenterà la dignità e la forza delle donne sotto assedio.” Pazzesche, anche per violenza e originalità, le visioni surrealiste realizzate in Messico, molto apprezzate da Luis Bunel. Uno sguardo magico e quotidiano che punta a cercare il magico e l’onirico anche nella realtà più cruda. 

Kati Horna nello studio di József Pécsi Budapest, 1933 


Il suo nome originale era Kati Deutsch. Da giovane apprende le tecniche di fotografia a Budapest, dove lavora nello studio del prestigioso fotografo ungherese Josef Pécs. Da lui conosce Robert Capa, con il quale sarà per breve tempo anche socia.

Nel 1932 si trasferisce a Parigi, dove completa la sua formazione iniziando a collaborare con l'agenzia francese Agence Foto. Entrata in contatto con il gruppo surrealista che si riuniva in Montparnasse al Café des fleurs  ne subisce la seduzione. E insieme al suo amico, l'artista Wolfgang Burger (un giovane rifugiato tedesco, discepolo di Max Ernst), sviluppa tra il 1935 e il 1937 una serie di immagini, che criticano la situazione politica europea, ridicolizzando in particolare la figura di Hitler. Il clima di rottura e di utopia in cui Horna vive a Parigi, contribuisce a rafforzare la sua ideologia libertaria.



Partita per documentare gli orrori della guerra civile spagnola, si innamora del suo futuro marito, il pittore e scultore José Horna (del quale prenderà il cognome) con il quale si recherà insieme a Parigi, quando l’invasione nazista la fa fuggire di nuovo, questa volta in Messico, come tanti artisti e dei rifugiati in generale, tra cui Tina Modotti. Frequenta un ambiente fervido e stimolante, compreda Frida Khalo e Leonora Carrington, imprevedibile scrittrice e pittrice britanninca, trapiantata in Messico.


Leonora Carrington, Kati Horna, Remedios Varo, Mexico, 1957.
Il Messico sarà la sua patria definitiva. Kati Horna morirà nell'ottobre 2000. Anche il nuovo secolo si è riuscita a vedere. Incontentabile…


 

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