"Questo disegno avrà un’importanza enorme per la pittura. Rappresenta un quadrato nero, l'embrione di tutte le possibilità che nel loro sviluppo acquistano una forza sorprendente.
E' il progenitore del cubo e della sfera, e la sua dissociazione apporterà un contributo culturale fondamentale alla pittura…."
Malevich aveva ragione. Malevich ha sempre ragione.
Questa composizione è - a tutti gli effetti - una delle 10 opere d’arte fondamentali del ‘900.
Questa composizione è - a tutti gli effetti - una delle 10 opere d’arte fondamentali del ‘900.
Si chiama "Quadrato nero", è stata realizzata tra il 1914 e il 1915 e rappresenta la prima opera suprematista di Kazimir (o Kasimir) Severinovič Malevič (Казимир Северинович Малевич) - (Kiev 1878 – San Pietroburgo 1935) ed è conservata al Museo Russo di San Pietroburgo, anche se ne esistono alcune varianti.
La cosa incredibile è che, nonostante il suo autore sia oggi considerato uno dei grandi padri dell’arte moderna insieme a Picasso, Duchamp, Mondrian, Boccioni e Kandinsky, Malevič è stato, per più di metà del diciannovesimo secolo, un artista quasi sconosciuto nel mondo occidentale, ancora oggi ignoto ai più.
Russo, ma in realtà ucraino, nato da una famiglia nobile di antichissima genealogia, ma capace di passare lunghi periodo da eremita, come un'altro artista tutto da riscoprire come Pavel Filonov, ha vissuto una esistenza ancora oggi avvolta nel mistero, tanto che venne conosciuto dagli specialisti soprattutto grazie alle 70 opere presentate in una mostra del 1927 a Varsavia.
Memoria nascosta/rimossa per tutto il periodo staliniano - ancora adesso non si sa bene come scrivere il suo cognome (esistono 5 varianti) - aspetta ancora di vedere tradotti e interpretati tutti i suoi scritti. E non tutte le sue opere sono state ancora catalogate, per la gioia dei falsari che hanno invaso il mercato. Comprensibile visto che una sua tela ha raggiunto i 60 milioni di dollari.
Russo, ma in realtà ucraino, nato da una famiglia nobile di antichissima genealogia, ma capace di passare lunghi periodo da eremita, come un'altro artista tutto da riscoprire come Pavel Filonov, ha vissuto una esistenza ancora oggi avvolta nel mistero, tanto che venne conosciuto dagli specialisti soprattutto grazie alle 70 opere presentate in una mostra del 1927 a Varsavia.
Memoria nascosta/rimossa per tutto il periodo staliniano - ancora adesso non si sa bene come scrivere il suo cognome (esistono 5 varianti) - aspetta ancora di vedere tradotti e interpretati tutti i suoi scritti. E non tutte le sue opere sono state ancora catalogate, per la gioia dei falsari che hanno invaso il mercato. Comprensibile visto che una sua tela ha raggiunto i 60 milioni di dollari.
Ma perché questo quadro, Il Quadrato Nero, è così importante?
Perché non solo segna la data di nascita di una delle grandi avanguardie del ‘900, sicuramente la più esoterica, ma azzera tutto ciò che era stato prodotto sino ad allora e contiene già in se il secolo che deve ancora venire. Un secolo di innovazione, di ricerca, di provocazione, di disgregazione delle immagini.
Basta una conoscenza superficiale della storia dell’arte per leggerci le intuizioni e le ricerche di Alberto Burri, Mark Rothko (non a caso pittore russo emigrato in America), Franz Kine, Sol Lewitt, Manzoni, Albers, Klein, l’arte povera di Mertz e Kounellis, che sembrano addirittura epigoni.
Un salto in avanti sorprendente, soprattutto se ti tiene conto che la sua ricerca affonda le proprie radici nella tradizione russa e nel primitivismo dei suoi primi lavori.
Un salto in avanti sorprendente, soprattutto se ti tiene conto che la sua ricerca affonda le proprie radici nella tradizione russa e nel primitivismo dei suoi primi lavori.
Malevich indicava il 1913 come anno della nascita dell’intuizione del quadrato suprematista, infatti il dipinto che si intitola anche 'la vittoria sul sole' ha il valore dell'inizio. Un sipario che si apre (o che si chiude) sul nuovo e la sua intuizione nasce proprio mentre disegna scene e costumi per l'opera La vittoria sul Sole di Matiushin e Kručënych.
Malevich affermava che la natura non ha significato. Che l’arte deve essere espressione pura. Anzi, che il quadrato nero dovesse essere come un'icona completamente nuda e senza cornice. E fu così che la espose per la prima volta in un angolo della sala della mostra futurista alla "0,10" nella galleria privata Dobycina di San Pietroburgo. In alto, come una icona, perchè irradiasse di luce teologica la stanza.
Il quadrato nero su sfondo bianco, fu un avvenimento per lui creativo, così importante che per una settimana non riuscì a bere, a mangiare, dormire.
Su questa esperienza scrisse: "Il quadrato nero sullo sfondo bianco è stato la prima forma di espressione della sensibilità non oggettiva: quadrato = sensibilità, fondo bianco = il Nulla, ciò che è fuori dalla sensibilità. Eppure la grande maggioranza della gente ha considerato l'assenza di oggetti come la fine dell'arte e non ha riconosciuto il fatto immediato della sensibilità divenuta forma."
Su questa esperienza scrisse: "Il quadrato nero sullo sfondo bianco è stato la prima forma di espressione della sensibilità non oggettiva: quadrato = sensibilità, fondo bianco = il Nulla, ciò che è fuori dalla sensibilità. Eppure la grande maggioranza della gente ha considerato l'assenza di oggetti come la fine dell'arte e non ha riconosciuto il fatto immediato della sensibilità divenuta forma."
Malevic aveva dipinto il suo quadrato nero con piccoli tocchi impressionistici e non con un tiralinee perché voleva che il lavoro della mano dell'uomo si percepisse fin nei tentennamenti e nella deformazione dei bordi del quadrangolo. Non doveva essere una forma lontana, ma generata dall’uomo e dal suo pensiero (...e diciamo che su questo punto l'arte povera ha trovato quantomento un punto di ispirazione). Anche l'effetto cracklé che oggi caratterizza il quadro gli sarebbe piaciuto perché racconta il passaggio del tempo, perché la forma è immutabile, ma è stata segnata dalla storia.
A questo quadrato seguiranno altri quadrati, rossi. Ma anche rettangoli, e croci.
Forme "assolute", libere da ogni descrittivismo naturalistico, che arriveranno all'azzeramento radicalmente puro dei monocromi di un'altra opera fondamentale (Quadrato bianco su fondo bianco, 1919, Museum of Modern Art, New York). Quello che Piero Manzoni avrebbe fatto solo negli anni ‘60 con i suoi achrome.
Malevich dice: “il quadrato bianco porta il mondo bianco (la struttura del mondo), affermando la purezza della vita creativa dell’uomo”.
Malevich dice: “il quadrato bianco porta il mondo bianco (la struttura del mondo), affermando la purezza della vita creativa dell’uomo”.
Come i poemi di Ossian, anche questo quadro possiede un'aurea misterica, che lo rende ancora più commovente.
Il "Quadrato nero" sarà esposto il giorno della sua morte nella camera mortuaria nel luogo che lui stesso aveva voluto, nella sua camera, per vederlo ogni giorno. E poi, accanto alla bara che si era disegnato (cercatela in fondo alla pagina).
Come Garibaldi, che in punto di morte, fece portare il suo letto di fronte alla finestra sul mare, nella prospettiva che mostrava la Corsica. E quando la vidi, con il vento che smuoveva la tenda, scoppiai a piangere in una inaspettata Sindrome di Stendhal.
Ognuno, in fondo, cerca l'infinito o la memoria, dove meglio crede.
Il "Quadrato nero" sarà esposto il giorno della sua morte nella camera mortuaria nel luogo che lui stesso aveva voluto, nella sua camera, per vederlo ogni giorno. E poi, accanto alla bara che si era disegnato (cercatela in fondo alla pagina).
Come Garibaldi, che in punto di morte, fece portare il suo letto di fronte alla finestra sul mare, nella prospettiva che mostrava la Corsica. E quando la vidi, con il vento che smuoveva la tenda, scoppiai a piangere in una inaspettata Sindrome di Stendhal.
Ognuno, in fondo, cerca l'infinito o la memoria, dove meglio crede.
Forse non ha nulla a che affare con tutto questo, ma selezionando queste immagini mi è venuta in mente questa poesia di Borges:
Le cose
Le monete, il bastone, il portachiavi,
la pronta serratura, i tardi appunti
che non potranno leggere i miei scarsi
giorni, le carte da gioco e gli scacchi,
un libro e tra le pagine appassita
la viola, monumento d'una sera
di certo inobliabile e obliata,
il rosso specchio a occidente in cui arde
illusoria un'aurora. Quante cose,
atlanti, lime, soglie, coppe, chiodi,
ci servono come taciti schiavi,
senza sguardo, stranamente segrete!
Dureranno più in là del nostro oblio.
Non sapranno mai che ce ne siamo andati.
“Per suprematismo intendo la supremazia della sensibilità
pura nell'arte. Dal punto di vista dei suprematisti le apparenze esteriori
della natura non offrono alcun interesse; solo la sensibilità è essenziale. L'oggetto in sé non significa nulla. L'arte perviene col suprematismo
all'espressione pura senza rappresentazione"
Kazimir (o Kasimir) Severinovič Malevič i
Казимир Северинович Малевич, in lingua ucraina Казимир Северинович Малевич, Kazymyr Severynovyč Malevyč
(Kiev, 23 febbraio 1878 – Leningrado, 15 maggio 1935)
Kazimir Malevich teaching students of UNOVIS, Vitebsk, 1925
|
Il quadrato non è una forma del subconscio. E' la creazione di ragione intuitiva. Il volto della nuova arte. Il quadrato è un neonato vivo e reale.
E' il primo passo di creazione pura nell'arte.
Malevich
Museo Russo, San Pietroburgo |
Vytautas Kairiukstis, Suprematist Composition, 1922
L'essenziale di un maestro lituano, del tutto sconosciuto.
L'essenziale di un maestro lituano, del tutto sconosciuto.
Veramente toccante e sconvolgente questo post. Non conoscevo il quadro. E mi chiedo perchè non lo me avevano fatto conoscere quando studiavo storia dell'arte. Grazie. Imma Dante
RispondiEliminaforse per lo stesso motivo per cui io rinnego tutti i docenti che ho avuto al liceo artistico. ma il Destino non gioca a dadi e la mia gratitudine per chi gestisce questo blog è talmente grande da essere nell'Ordine delle Cose. grazie Amico, continua così. mk
EliminaBellissimo approfondimento, sarebbe bello completare il post anche con immagini del periodo primitivo
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaSplendido post, complimenti. Ha aperto una luce nuova a un'opera che rispettavo, ma non capivo.
RispondiEliminaho sempre amato malevic , solo oggi ho scoperto che siamo nati lo stesso giorno.coincidenza?
RispondiEliminaUn tributo fotografico a Malevič:
RispondiEliminahttp://stefanomazza.com/2013/03/21/black-43-rectangle/
Grazie!
RispondiEliminaciao, vi volevo dire che la mia parete del salotto è tinta di nero come il quadro in questione , ma l' agente immobiliare a cui ho affidato il mandato per la vendita , mi ha detto che se la faccio di colore bianco il cvalore di vendita puo' aumentare . Che differenza c'è tra il quadro in argomento e la mia parete dello stesso colore ??
RispondiEliminaEppure la tonalità e la forma è uguale!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Aiutatemi a capire la differenza vi prego !
Il tuo agente immobiliare e' staliniano, vuol gettare il salotto nei reconditi annunci amorfi che distrattamente si leggono
EliminaGrazie. Vengo dalla mostra di Amsterdam allo Stedelijk che mi ha suscitato un grande interesse e su questa scia sono arrivata a questo bellissimo blog.
RispondiEliminacomplimenti per l'articolo, molto interessante
RispondiEliminaAcuta sensibilità proiettiva: la narrazione può essere un un quarck embrionale.
RispondiEliminaE' un piacere trovare siti interessanti, Grazie!!!
RispondiEliminaGrazie.
RispondiEliminaHo ancora piu voglia di andare a vedere la mostra a Bergamo!!! Grazie di cuore
RispondiEliminabellissima questa pubblicazione spero che vada avanti e spieghi ancora e ancora... grazie
RispondiElimina<3
RispondiEliminafate smettere l'anonimo del 13 giugno 2013 di dire cazzate......grazie
RispondiEliminaGRAZIE!
RispondiEliminaE' drammatico, problematico, ogni cambio di paradigma, in tutti i campi dell'arte,ma è anche un punto di non ritorno, un punto critico da cui tutto ri-parte su nuovi vettori e nuove basi del gusto estetico futuro...
RispondiEliminaAnni fa al Tate di Londra approfondii l'arte di Malèvic.
RispondiEliminaDurante una parentesi "indotta" della Sua vita l'Artista dipinse persone il cui volto era un ovale piatto senza dettagli. Anche lí sta l'intensità e la potenza intellettuale dell'Artista.