UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti 50 nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, progettisti, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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lunedì 25 marzo 2019

CESARE SOFIANOPULO. IL PITTORE FILOSOFO E PIRANDELLIANO.

Eccentrico, filosofico e poliedrico artista, quasi sconosciuto in Italia (ma amato e noto nella sua città) Cesare Sofianopulo (Trieste, maggio 1889 –marzo 1968) è stato un pittore e letterato italiano di origine greca, un dandy sempre sopra le righe. Cosmopolita, come spesso accade in quel tempo a Trieste, compie la sua formazione artistica presso l'Accademia di Monaco e poi a Parigi e debutta nel 1908 all'Esposizione Permanente di Trieste.
Nei suoi ritratti la contemplazione della morte è costante, è un pirandelliano che avverte la forte influenza della psicoanalisi che proprio a Trieste trova in Italia la propria casa.  Dipinge spesso immagini riflesse negli specchi, del resto come già scriveva Baudelaire "gli specchi mostrano tutte le cose nella loro forma più bella". Autorevole membro dagli anni giovanili del Circolo Artistico di Trieste, nel 1923 ne divenne bibliotecario e successivamente membro del direttivo. Smise con il tempo di dipingere, per dedicarsi alla scrittura e alla traduzione dal francese di Baudelaire. Fu l'unico intelettuale che rimase vicino sino alla fine in manicomio a un artista più disperato che maledetto come Vito Timmel. 
Ecco due grandi opere così come raccontate nelle schede del Museo Revoltella di Trieste. Quasi impossibile reperire altro in rete.
impressionante la somiglianza con The Joker - Heath Ledger 
as Batman baddie the Joker in The Dark Knight

Nella tela "Maschere", del 1930, l'ossessivo moltiplicarsi dell'ego trasfigurato (l'artista si ritrae per cinque volte in vesti diverse) soddisfa il pirandelliano concetto di metamorfosi della personalità a cui Sofianopulo mira nel corso della minuziosa e variegata disamina che egli compie continuamente su sé stesso. In questa stravagante composizione l'artista sembra passare in rassegna le molteplici sfaccettature della propria indole ed esprimere - come rileva Malabotta nel '30 - le varie "possibilità fisionomiche", raffigurandosi di volta in volta "angelico, pensoso, satanico, imperatorio e irresistibile". 


L’"Autoritratto bifronte" detto anche "Autoritratto dualistico" o "Il mio riflesso" pone a raffronto due aspetti della personalità dell’artista, evidenziati dai due libri visibili sotto il braccio dell’artista (Baudelaire e Verlaine) e di cui proprio in quegli anni egli aveva curato la traduzione. 
In questo dipinto, lo sdoppiamento dell’artista risponde all’esigenza di svelare almeno “due” aspetti della sua personalità per dimostrare di essere un autentico artista, come suggerisce Baudelaire nel saggio "Dell’essenza del riso e in genere della comicità nelle arti plastiche".
 

Gli specchi farebbero b
ene a riflettere prima 
di riflettere la nostra immagine.
Jean Cocteau

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