In tutta la sua vita Carlo Barbieri, pittore pugliese, ha venduto una sola opera, a 100 lire, ed è morto proprio a causa di questo. Giovanissimo, ha vissuto come ha potuto, facendo il decoratore e l’illlustratore per sbarcare il lunario.
E’ in questa veste che mentre si trova a Roma presso
il Foro Mussolini muore affogato a 27 anni per aver battuto il capo sul fondo della piscina del Foro Italico (all'epoca Stadio Mussolini), dove ora si disputano i campionati del mondo, ma che una volta veniva usato anche dalla povera gente. Stava festeggiando la vendita del suo primo quadro, compiendo un tuffo esagerato, classico di quelli che non conoscono bene le piscine,
La rivista "il Selvaggio" gli dedicò un numero intero della rivista, grazie Mino Maccari.
La rivista "il Selvaggio" gli dedicò un numero intero della rivista, grazie Mino Maccari.
Carlo Barbieri nacque a
San Cesario di Lecce il 23 ottobre 1910. Insieme ai fratelli Francesco e Ugo,
Carlo trascorse la sua giovinezza a Lecce, quando il padre fu assunto come
impiegato al dazio. In questo periodo frequentò, insieme al fratello
Francesco, il laboratorio di arte applicata di Ariosto Ammassari, da poco
costituito a Lecce. Dopo aver frequentato le scuole locali ed aver appreso
dalla madre i primi elementi di disegno, nel 1922 Carlo, incoraggiato da
Geremia Re (1894-1950), si trasferì a Roma.
Nonostante l’ambizione di seguire i corsi di pittura presso
l’Accademia, Barbieri preferì dipingere e disegnare fuori dall’ambito
accademico. Il suo interesse per le arti seguì anche dei percorsi
letterari, soprattutto legati alla poesia, con ottimi riscontri; una serie di
suoi componimenti sono pubblicati dal poeta Francesco Negro e da Ennio
Flaiano. In un periodo di grandi ristrettezze economiche, Carlo si dedicò
ad un’intensa attività ritrattistica, realizzando numerosi lavori, tra i quali
il Ritratto del fratello Ugo al
pianoforte (1936) ed il Ritratto di
Francesco Negro (1937).
Nel suo studio di via Margutta, Barbieri realizzò centinaia
di disegni, dipinti, bozzetti per manifesti, copertine di libri, ritratti e
numerose vedute romane. Tra il 1937 e il 1938 Carlo si allontanò dai temi
della Scuola Romana, prediligendo un filone di ricerca di respiro
internazionale, realizzando composizioni di saltimbanchi, veneri, pagliacci,
cavalli, suonatori, nelle quali si comprende la conoscenza della pittura di
James Ensor e Pablo Picasso.
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