UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti 50 nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, progettisti, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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sabato 6 maggio 2017

L'ASTRATTISMO DEL SOLE PALLIDO: HILMA AF KLINT

Hilma af Klint (1862 – 1944) pittrice svedese e pioniera nell'ambito dell'astrattismo pittorico. Donna.
Hilma af Klint ha lasciato1200 dipinti e 125 taccuini. Durante la sua vita espose solo i primi quadri naturalistici e non mostrò mai le sue opere astratte. Nel testamento si legge che i lavori astratti (realizzati tra il 1906 e gli anni '20) dovevano essere resi pubblici non prima di venti anni dalla sua morte. Era infatti convinta che solo allora il pubblico avrebbe potuto capirne il significato che lei collegava al mondo sovrannaturale. 
 Peccò d’ottimismo, e i suoi dipinti restarono stipati nei magazzini del Moderna Museet di Stoccolma fino al 1986 quando furono esposti in The Spiritual in Art. Abstract Painting 1890-1985 (Los Angeles County Museum of Art) e in modo più consistente nel 2005 in 3 x Abstraction: New Methods of Drawing by Hilma af Klint, Emma Kunz, and Agnes Martin (The Drawing Center, New York). Curioso che l'astrattismo, che tradizionalmente viene consegnato come paternità nelle mani di Kandinsky in realtà avrebbe avuto altri padri spurti, come il drammaturgo August Strindberg e all'estone Mikalojus Konstantinas Čiurlionis. Tutti molto vicini comunque al polo nord.  

Questi quadri qui sotto hanno uno storia a parte. Dipinti per il Tempio, sono una serie di 193 quadri astratti realizzati in due fasi (1906-08, 1912-15) e commissionata non da un mecenate illuminato ma da un’entità spirituale denominata Amaliel. Destinate a un’architettura a cerchi concentrici che non verrà mai alla luce, queste opere sono cariche di simbologia: le forme (prima organiche poi geometriche), i colori (giallo per il maschile, blu per il femminile), le lettere («u» per lo spirituale, «w» per il materiale), i salti di scala (dall’atomo al cosmo), le polarità (bianco/nero, vuoto/pieno). Ogni dipinto ha la capacità di generare il successivo, in una complessa rete di rimandi interni. Se i temi panteistici ed ermetici restano a volte oscuri, la sensualità estetica di queste superfici non viene mai meno.
 


Riccardo Venturi scrive: "Hilma af Klint sente di avere una missione da compiere e niente può distoglierla. È una veggente che mette in comunicazione due mondi inconciliabili, che fa della pittura un medium nel senso medianico e non modernista del termine: uno strumento di mediazione, una psicografia e non quell’insieme di condizioni materiali (tela, cavalletto, colori) che la rendono possibile."







http://www.area-arch.it/wp-content/uploads/sites/6/2017/03/Schermata-2017-03-30-alle-17.10.48.jpg 



 questo, incredibile a dirsi, è un suo quadro figurativo.

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