UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti 50 nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, progettisti, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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domenica 27 novembre 2016

MANET. IL SUO PIEDE SINISTRO.

Édouard Manet da ragazzo, per sfuggire agli studi giuridici, e per sfidare il padre, si imbarca per un anno sulle navi commerciali. Forse fu proprio l’umidità presa a trasformarsi nel tempo in una forma reumatica che poi la sifilide portò, in età matura, a livelli cronici. La malattia sfocia in atassia locomotoria, causandogli forti dolori, con una andatura goffa mitigata dall'uso del bastone. Arriverà poi a una parziale paralisi.
 
Manet, un anno prima della morte.

Il 6 aprile 1883, nonostante l’esortazione dell’amico dottor Gachet a non fare una cosa del genere, Manet, stremato dai dolori, si fa amputare il piede sinistro.
L'intervento avviene in casa, sul grande tavolo del salotto, dopo una rudimentale anestesia con il cloroformio. I medici, andandosene, lasciarono l’arto amputato dietro il paravento del caminetto. Leon Koella, il figlio biologico di Manet, volendo accendere il fuoco, lo trovò per caso.
La morte sopraggiunse quasi un mese dopo per setticemia, il 30 aprile, al termine di una interminabile e dolora agonia, sfociata nel coma. Aveva solo 51 anni, dipingeva da Dio.
 

Léon Koelin-Leenhoff
the dead christ with angels 1864 - edouard manet
 
 

 

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