Carlo Sbisà (1899 - 1964) è uno dei preziosi gioielli che Trieste ci ha regalato e che è bello riscoprire in una visita al Museo Revoltella, che conserva anche il più bel quadro di Felice Casorati.
Nato nella città più internazionale di Italia Carlo si reca a Firenze nel 1919, dove si iscrive all'Accademia di Belle Arti frequentando Oppi, Funi e Felice Carena, coi quali condivise l'aspirazione a un rigore formale di matrice rinascimentale (Venere della Scaletta, 1928, ultima foto). Sposa Mirella Schott Sbisà, pittrice affermata, che parteciperà alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale
Nato nella città più internazionale di Italia Carlo si reca a Firenze nel 1919, dove si iscrive all'Accademia di Belle Arti frequentando Oppi, Funi e Felice Carena, coi quali condivise l'aspirazione a un rigore formale di matrice rinascimentale (Venere della Scaletta, 1928, ultima foto). Sposa Mirella Schott Sbisà, pittrice affermata, che parteciperà alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale
Tra i protagonisti della corrente Novecento, nel 1932 tornò a Trieste, dove cominciò a praticare l'affresco (sala maggiore del Museo del Risorgimento). Nel dopoguerra, abbandonata gradualmente la pittura, si dedicò alla scultura (rilievi per la cappella della stazione centrale di Trieste; per la basilica di Aquileia; ecc.). Fondò a Trieste la Libera scuola di acquaforte.
Carlo Sbisà, Il palombaro, 1931 olio su tela, uno dei più significativi ritratti eseguiti da Carlo Sbisà nei primi anni Trenta. Raffigura l'architetto Umberto Nordio (1891-1971), amico dell'artista, |
Ritratto di Felicita Frai |
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