Il Manoscritto Voynich è un libro
così misterioso che nessuno lo ha mai letto e sa di cosa parli. Il linguaggio è incomprensibile - un alfabeto indecifrabile nonostante
l’impegno che ha coinvolto di decine di studiosi, linguisti, filologi, esperti di decrittazione - le piante rappresentate nelle tavole non esistono, e si vedono cose e scoperte scientifiche che all’epoca non era
ancora state scoperte, oltre a donne nude infilate a mollo, collegate a tubi di cui si
ignora il senso.
E pensare che lo avevamo in casa, in Italia, presso il Collegio Gesuita di Villa
Mondragone, vicino Frascati, quando, per fare cassa, i gesuiti pensano di
venderlo insieme ad altre rarità bibliografiche nel 1912 all’antiquario Wilfrid Voynich.
Il volume, forse proveniente dal Collegio
Romano di Roma, contiene all’interno una lettera di accompagnamento datata
19 agosto 1665 a firma Jan Marek Marci, Johannes Marcus Marci, erudito e
astronomo boemo, medico personale di un paio di imperatori e che aveva dato il
proprio nome a un cratere lunare. Nella lettera Marci chiede aiuto ad
Athanasius Kircher, un bizzarro gesuita, all'epoca star della cultura europea, per avere,
tra le altre cose, studiato l’alfabeto copto e i geroglifici egizi. Non ci capì ovviamente nulla neanche lui. Che, al pari dei vostri amici, non restituì il volume.
Il manoscritto Voynich è un codice illustrato risalente al XV secolo (la datazione al radiocarbonio ha stabilito con quasi totale certezza che il manoscritto sia stato redatto tra il 1404 e 1438). È stato definito da Robert Brumbaugh come "il libro più misterioso del mondo" ed è anche uno dei più costosi.
Marci racconta di aver saputo che il libro in passato era stato acquistato per 600 ducati, cifra iperbolica per l’epoca, dall’imperatore, Rodolfo II. Tanto che si pensò potesse essere un falso creato per spillargli soldi.
Fatta assai bene la pagina di Wikipedia, cosa abbastanza rara, contiene
tante informazioni, che vi invito a leggere, che utilizzerò insieme a un
articolo comparso sul Post per redarre il blog.
Le pagine sono 201, ma in origine erano probabilmente 232: si ritiene che
16 fogli siano andati perduti. Il formato è ridotto, una caratteristica
insolita in libri così antichi: 16×22 centimetri, poco più della metà di un
foglio A4, quello più comune che si usa per stampare. Il libro è strutturato in
4 sezioni più un inserto centrale ripiegato 6 volte, dove sono disegnate figure
a forma di stella, altre simili a tubi, altre ancora rotonde, in cui alcuni
hanno riconosciuto telescopi e microscopi che all’epoca della stesura non erano
ancora stati inventati, oppure cellule, che non erano state ancora scoperte.
Nella prima sezione – Botanica – ci sono piante e fiori, in gran parte non
riconducibili a specie note, probabilmente composti mettendo insieme parti di
piante diverse; nella seconda – Astrologica o Astronomica – si vedono zodiaci e
costellazioni; la terza – la più strana, detta Biologica – raffigura
soprattutto donnine nude piuttosto sgraziate e apparentemente gravide immerse
in vasche comunicanti piene di liquido verde o che fuoriescono da tubi e vasi
(qua e là si incontrano anche animali simili a rettili o a piccoli draghi); la
quarta – detta Farmacologica – è simile alla prima, con la differenza che i
vegetali sono raffigurati insieme ad ampolle e fiale. La sezione finale non ha
illustrazioni, soltanto stelline che corrono sul margine sinistro del testo, ed
è probabilmente un indice.
Il manoscritto, del quale esistono oggi copie anastatiche disponibili
online, oltre alla scansione integrale gratuita in formato pdf, è conservato
presso la Biblioteca Beinecke dell'Università di Yale (Stati Uniti), dove reca
il numero di catalogo «Ms 408».
L’edizione di Siloè – che ha sede a Burgos - ha stampato il volume in 898
copie, su carta trattata per assomigliare alla pergamena di capretto originaria
e costa tra i 7 e gli 8 mila euro.
POTETE VEDERE QUI IL COMPLETO MANOSCRITTO
http://www.bibliotecapleyades.net/ciencia/esp_ciencia_manuscrito07a.htm
Affascinante. Grazie
RispondiEliminaMi piacerebbe avercelo
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