UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti 50 nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, progettisti, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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sabato 12 novembre 2016

IL CANE DI GOYA. UN MESSAGGIO DALLA PAURA E DALLA SPERANZA .

“Non ci sono regole in pittura”
Goya, 1792

Francisco Goya (1746-1828) è il più moderno artista del ‘700, e il primo del ‘900. E rappresenta per l’arte ciò che Beethoven ha rappresentato per la musica. Entrambi erano sordi, e forse fu proprio questo, la capacità di ascoltare in sé che permise loro di vedere e andare oltre. O forse, era solo rabbia che li guidava, perché la rabbia a volte ti aiuta, come una droga.
Questo quadro non ha titolo. Noi lo chiamiamo “Il cane” ed  è una delle opere più enigmatiche della storia della pittura. Anzi, siamo precisi, non è un quadro ma una pittura privata, realizzata a olio sull’intonaco del muro di una stanza. Un cane fa capolino dalle tenebre, da una superficie tagliata che sa di terra e ocra. E’ un’ombra? E’ la notte? La vecchiaia? Emerge o sta per essere sopraffatto dal buio? Le orecchie sembrano abbassate (paura) o alzate (attenzione) a seconda di come lo guardi. Forse vede qualcosa o aspetto che qualcosa compaia. Alcuni ci leggono una figura una umana: il padrone? Una minaccia? una presenza ultraterrena?



Venne dipinto nel 1820/23 quando il pittore, già acclamato, lascia la corte, la capitale e la folla per chiudersi in una casetta sul fiume al ponte di Segovia.
La Quinta del Sordo (un caso vuole che anche il vecchio proprietario fosse sordo) si riempie così di una serie di decorazioni emblematiche. Quattordici pitture murali su intonaco: pinturas negras. Cupe, estreme, a volte violente, più vicine alla urban art che alla cultura del tempo. Goya non le voleva vendere e le lasciò lì quando fuggì di nuovo. Poi vennero strappate e messe su tela. Ora sono al Prado.

Che cosa rappresenta il quadro?
André Malraux ha scritto semplicemente “ne cerchiamo un significato”. L’attrice Helen Mirrer, che lo ha indicato come il suo quadro preferito, ci regala una visione affascinante: “'Il cielo è giallo strano, e striato di pioggia. Il cane è catturato, intrappolato nella terra e sta guardando la propria morte, o solleva la testa dopo un diluvio? … Qui, lo sguardo è un misto di paura e speranza… Per me, questo lavoro racconta la storia dell'umanità intrappolata nella sua forma terrena, che contempla la vastità dell'universo e il mistero della vita.”

A me colpisce la contemporaneità della pittura che contiene già Burri e l’informale. Che sembra presagire la scomparse delle forme. Ma il cane, forse, è anche speranza. Forse.



pinturas negras
Alberto Burri, sacco 1954
Mark Rothko - series of brown or black and gray paintings produced from 1969-1970


 
Caspar David Friedrich, Monk by the Sea, 1808 o 


“Paysage au Chien” by Jean Dubuffet. “


Banksy


perro semihundido di Antonio Saura


 Helen Uter - Chien N°7 - 1998


Jamie Wyeth, Kleberg, 1984


Alberto Giacometti, Le chien, 1951

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