UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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sabato 28 agosto 2010

RODRIGO PENALBA. ANIMA INDIA.

Nel 1939, Rodrigo Peñalba, oggi considerato il padre dell’arte moderna in Nicaragua, e uno dei maggiori pittori del Centro America, realizza il primo importante murale dall’era pre-colombiana.
Avviene nella Basilica di Diriamba, che con la Basilica di Santo Domingo a Managua ospiterà nel tempo sue importanti realizzazioni figurative (ciclo di Cocibolca).



Nato a León de Nicaragua, il 15 maggio 1908 e morto a San Pedro Sula, in Honduras, il 3 giugno del 1979 eredita da suo padre la passione per l’arte. Per studiare deve però abbandonare la sua terra e viene in Europa, dove frequenta l’Accademia di San Fernando de Madrid (1933-1937), l’Accademia de San Carlos de México (1937-1939), e la Regia Scuola di Belle Arti di Roma (1938-41), dove stringerà amicizia con Primo Conti, Renato Guttuso ed Enrico Accatino, e dove tornerà più volte nel corso degli anni ’50 e ’60, chiamato affettuosamente “l’amerindo”.

Tornato in America nel 1946/47, espone a New York e a Washington raggiungendo subito con la sua pittura espressionista di matrice fortemente india un grande successo di pubblico e di mercato.
Diviene così nominato, per acclamazione, direttore della Scuola Nazionale di Belle Art di Managua, ruolo che occupo per più di venti anni (1960-1973).
Rodrigo Peñalba, legatissimo all’Italia è così divenuto il simbolo di una nazione. Un artista vero, sincero e appassionato, capace di parlare direttamente al cuore con la semplicità e la forza della sua composizione pittorica.


Al centro, dietro, al caffè Greco

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