UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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mercoledì 18 agosto 2010

ROGER DE LA FRESNAYE, CUBISTA ARISTOCRATICO.

La pittura di Roger de La Fresnaye (1885 – 1925) è aristocratica come lui. Innovativa come solo la pittura francese, russa e italiana poteva essere tra il 1910 e il 1920, colta, divertente e straordinariamente piacevole. 
E quello che si avverte, come conferma la biografia, è che dipinge per il puro piacere di farlo, senza volontà di compiacimento per il pubblico, senza volontà di stupire, senza volontà di aderire a un movimento o a un manifesto. Uno sguardo cubista che si evolve e che continua a ricercare la misura e la perfezione formale (più che la struttura) come appare dalla sequenza degli studi e delle varianti di un quadro simbolo, oggi conservato al Moma di New York come “La conquista dell’Aria” del 1913, dove appare lo stesso pittore e il fratello seduti a un tavolino di bar. 
Mentre sventolano le bandiere francesi e una mongolfiera si innalza in aria.



Nato a Les Mans da una famiglia ricca di provincia, di tradizioni militari e vissuto in un castello (Château de La Fresnaye) a 18 anni si iscrive alla Scuola di Belle Arti di Parigi. Giusto in tempo per vedere scoppiare le avanguardie storiche. 
Allievo di Maurice Denis e Paul Sèrusier, tra il 1912 e il 1914 diventa membro della Section d’Or, di Georges Braque e diventa cubista. Una scelta che farà i maniera tuttavia libera e refrattaria da qualsiasi omologazione, tanto che la sua appartenenza stilistica è ancora oggi tema di discussioni critiche.




Quando oramai è lanciato e affermato come uno dei pittori di punta di Parigi scoppia  la prima guerra mondiale alla quale, spinto dalla famiglia, ma probabilmente per una   resa di conti personale, deciderà di partecipare come ufficiale. 
Da questa esperienza, però, non si riprenderà mai. Tornato a casa fortemente debilitato si ritirerà sulla Costa Azzurra, dove continuerà a dipingere addolcendo toni e stile. Morirà a 40 anni.









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