Le idee non fanno rumore. Possono cambiare il mondo. A volte, più semplicemente, la storia del design. E quando si fermano su questa terra in molti casi lasciano un segno su un foglio. Spesso questi segni si perdono, a volte si ritrovano e ci raccontano molte cose.
Quello che vedete è infatti il progetto per il Divan Tafel (side table), il tavolino che insieme alla poltrona cromatica avrebbe consegnato il genio di Rietveld al mondo e che Gerrit disegnò rivoluzionando le regole abituali. Perché ci sono oggetti che sembrano sempre esistiti, ma che in realtà hanno cambiato il senso delle cose. A volte senza saperlo.
Così un tavolino e una sedia hanno fatto di più per la storia del design di un esercito di mestieranti. E basta vederle esposte, al Moma o in qualche mostra di architettura, per capirne la differenza. Perchè se anche non sai descrivere la qualità, quando la vedi, la riconosci subito.
Così un tavolino e una sedia hanno fatto di più per la storia del design di un esercito di mestieranti. E basta vederle esposte, al Moma o in qualche mostra di architettura, per capirne la differenza. Perchè se anche non sai descrivere la qualità, quando la vedi, la riconosci subito.
Verso il 1923 Rietveld cominciò infatti a lavorare al progetto e all’arredo della casa Schroder a Utrecht: una casa costruita a conclusione di una schiera di case del XIX secolo, destinata a divenire sotto molti aspetti una realizzazione del nuovo manifesto del De Stijl in 16 punti pubblicato da Van Doesburg verso la conclusione della costruzione della casa medesima.
Un edificio che diventa la prova fisica che le idee di Mondrian avevano uno spessore, essendo elementare, economica e funzionale, non monumentale e dinamica, anticubica nella forma e antidecorativa nel colore.
Il principale livello di soggiorno, al piano superiore, con la sua “pianta trasformabile”, esemplificava il postulato di Van Doesburg di una architettura dinamica, liberata dall’ingombro di pareti portanti e dalle restrizioni imposte da aperture nei muri.
In questa casa sino a 10 anni fa, mantenendola inalterata, ha vissuto la Signora Truus Schroder Schrader, compiendo ogni giorno la sua vita di sempre. Prendendo il te sul Divan tafel, sedendosi su una sedia mito. Convinta, a ragione, di essere una co-autrice del progetto.
Per questo è arrivata sino a noi, e ci racconta come qualcuno, tanti anni fa, aveva già capito dove saremmo andati. Nel 2000 la casa è stata inserita dall'UNESCO tra i patrimoni dell'umanità. Ma chi era Gerrit Rietveld?
In questa casa sino a 10 anni fa, mantenendola inalterata, ha vissuto la Signora Truus Schroder Schrader, compiendo ogni giorno la sua vita di sempre. Prendendo il te sul Divan tafel, sedendosi su una sedia mito. Convinta, a ragione, di essere una co-autrice del progetto.
Per questo è arrivata sino a noi, e ci racconta come qualcuno, tanti anni fa, aveva già capito dove saremmo andati. Nel 2000 la casa è stata inserita dall'UNESCO tra i patrimoni dell'umanità. Ma chi era Gerrit Rietveld?
Gerrit Thomas Rietveld (Utrecht 1888 - 2964 ibid) è stato un architetto olandese tra i maggiori esponenti del neoplasticismo nel campo dell'architettura. Architetto tra i più importanti del `900 si ispira alle idee elaborate dal pittore connazionale Piet Mondrian che Rietveld applica alle tre dimensioni lavorando sullo sfalzamento geometrico asimmetrico e sulla ricerca del dialogo formale tra volumi e colori primari, secondo i principi del movimento De Stijl. Un elemento formale che balza agli occhi non solo nelle sue realizzazioni, ma anche nei disegni e negli studi architettonici, che sembrano dare volume alle idee di Mondrian in pittura.
Lavora intensamente anche nel campo del design di arredi e mobili. Tra questi sono celeberrimi la poltroncina "Red and blue", quasi un disegno di Mondrian i cui tratti divengono assi di legno colorate che si adattano alla nuova dimensione spaziale, la sedia "Zig zag", il tavolo "Divan Tafel" delprogettato per casa Schroder a Utrecht. Tutte espressioni della scelta di lavorare per la creazione totale degli spazi, dal contenitore sino ai mobili e agli accessori.
Nel 1972 la famiglia Rietveld ha concesso alla ditta italiana Cassina il diritto, in esclusiva mondiale, di produrre e vendere i mobili e tutti gli oggetti di arredo progettati dal maestro.
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