Immaginate un ragazzo povero, che ha talento per il disegno, e poi per l’oreficeria, che si trova casualmente a frequentare Gio Ponti e gli architetti razionalisti, quando durante gli studi lavora, per mantenersi, come segretario per il concorso de “Il Liviano”, edificio modernista a Padova, forse il solo, vinto poi dallo stesso Gio Ponti e realizzato tra il 1937 e il 1939.
Stringe così amicizia con l’architetto, all’epoca quarantenne e già di successo, che spesso viene in città, che diventa per lui il modello e l’ispirazione. Sino a quando, anche lui si mette a inventare architetture gigantesche, bizzarre impossibili, pur non essendo un architetto. E in questo le tavole emerse in una dispersione dalla famiglia, e in parte acquisite dal The Sculpture Center of Cleveland, risultano di una freschezza e visionarietà straordinarie. A volte più belle di molte opere coeve di “veri” architetti. Una storia scoperta per caso al mercato dei libri antichi di Piazza Diaz, che commuove e sorpende.
Il resto è racchiuso nelle note biografiche della figlia, unica erede, morto anzitempo.
Giorgio Ceccherini nasce a Padova il 25 novembre 1908 da una famiglia poverissima. Rimasto ben presto orfano di padre, e visto riconosciuto il suo talento artistico, grazie a borse di studio si diploma maestro d’arte al Regio Istituto d’Arte di Venezia, per poi specializzarsi in sbalzo all’Istituto Selvatico di Padova.
Dipinge, con modalità molto più tradizionale, ma è il cesello che gli darà notorietà, tanto che una delle sue incisioni è proprietà del Gam, grazie agli insegnamenti del suo maestro Comello Giretti che lo portarono ad essere il cesellatore dei più prestigiosi orafi milanesi, Carozzi, Finzi e Martinetti, a operare in America o a realizzare la Maschera d’oro per il Clown Grog, o Il Seminatore, per il Presidente Roosvelt, ora alla Casa Bianca. Due operazioni di cataratta lo portano alla cecità, muore a Milano nel 1980.
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