"Ogni volta che scopro chi sono, mi viene in mente chi vorrei essere. E ricomincio da capo."
Bruno Rasia
Bruno Rasia
A Via Margutta 83 a Roma, a cento passi dalla casa di Fellini, dove spesso andava a prendere il caffè, e proprio sopra la Galleria il Saggiatore, ha vissuto e lavorato per decenni una figura di intellettuale da riscoprire e ricordare.
Si chiamava Bruno, e di cognoma faceva Rasia.
Si chiamava Bruno, e di cognoma faceva Rasia.
Bruno Rasia è stato un regista, sceneggiatore, pittore, scenografo, disegnatore umoristico, e probabilmente il migliore amico di Ennio Flaiano sino alla morte, del quale divenne il maggiore biografo scrivendo tre volumi a lui dedicati: "Con Flaiano al caffè" Gabrielli editore, 1976, "C'era una volta... Flaiano", Rai Libri, 1994, il piccolo Flaiano. L'infanzia di un satiro. Anzi realizzerà addirittura con la co-regia di Antonio Salines nel 1983 con il film prodotto dalla Rai "Un marziano a Roma" trasposizione dell'omonimo racconto breve, uno dei più lungimiranti del novecento.
Nel tempo ha diretto film come "La scimitarra del saraceno" 1959, "Il malinteso" 1983, con Alida Valli, "Un uomo di razza" 1989 con Philippe Leroy. E ha dipinto, disegnato, passando dai disegni satirici che realizzava per le riviste di Leo Longanesi e Maccari sino a ricoprire una rubrica su il Radiocorriere TV.
Ha poi realizzato a tele gigantesche, quasi scenografie, nel quale inseriva la sua vena iconoclasta, mettendo in scena persino la devastazione della città del Vaticano. Espone e ottiene successo, sperimentando dalla fine degli anni '50 l'arte astratta (tornerà al figurativo negli anni '70). Ma ogni volta che raggiunge un risultato corre a fare un'altra cosa.
Nato vicino Verona nel 1926, dopo studi economici viene travolto dalla guerra. Sopravvive alla strage di Cefalonia, ma finisce comunque recluso in un lager tedesco sino alla fine del conflitto.
Seguendo i suoi sogni viene a Roma, e stringe subito amicizia con tutti gli esponenti del cinema romano, soprattutto Fellini, Flaiano e Zavattini, che qualche volta lo fa lavorare come "negro", cioè senza firmare.
Collabora con la televisione, produce programmi e documentari, ma il suo mondo appare svanito. Muore a Roma nel 2010.
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