UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti 50 nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, progettisti, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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martedì 10 novembre 2020

FELICE RIX-UENO. VIENNA-KYOTO NO STOP.

All’inizio del novecento l’Impero Austroungarico è la più debole delle grandi potenze, e già si possono leggere i segnali che porteranno alla sua dissoluzione. In questo contesto Vienna celebra il suo ruolo di capitale imperiale sull’abbrivio dei successi dei decenni precedenti ospitando le nuovi pulsioni di un secolo destinato a cambiare tutto. Freud ribalta l’abituale conoscenza dell’animo umano, Otto Wagner spinge in avanti le idee costruttive, Gustav Klimt, Egon Schiele, Oskar Kokoschka, Richard Gerstl, iniziano con la Secessione Viennese la grande età delle avanguardie. Forse si sa poco, ma Vienna diventa anche la “città delle pittrici” recentemente esplorata in una grande mostra al Belvedere. 


Felix/Felice Rix-Ueno carta parati 1924

Figure fra loro molto diverse, donne sposate, spregiudicate, socialiste alle conservatrici, cattoliche, esuli, di cultura ebraica, dalle più tradizionaliste alle più sperimentaliste in fatto di stile. Come cita la presentazione della mostra “…si comprese, anche con un certo disappunto non privo di timori, come le donne avvertissero l’urgenza di raccontare il loro corpo ma anche il loro animo, dimostrando le proprie ambizioni e capacità ma anche liberando una voce che per troppo tempo aveva taciuto.” Anche se a un certo punto l’Accademia chiuderà loro le porte avranno la possibilità di studiare all’estero, come Helene von Taussig, Lilly Steiner, Helene Funke, mentre un ruolo importante presenta la Scuola d’Arte Femminile, fondata dal pittore Adalbert Franz Seligmann.

 



Tra loro una figura singolare, destinata a gettare un ponte tra cultura occidentale e Giappone. Si chiama Felice Rix (nome usato per uomini e per donne) e nasce nel 1893 a Vienna.
“Lizzie” come si fa chiamare dagli anici studia presso la Kunstgewerbeschule (Scuola di arte applicata) di Vienna dal 1913 al 1917  con Josef Hoffmann, uno dei maggiori architetti austriaci e ininzia quindi a lavorare alla Wiener Werkstätte. Lì inizia a disegnare carta da parati e tessuti, ma anche ceramiche, vetro, legno, perline e accessori di moda applicando il nuovo concetto di industrializzare la produzione di elementi decorativi studiati da designer. Espone alla Vienna Modeausstellung (Mostra di moda) del 1915, alla Vienna Kunstschau (Mostra d'arte) del 1920, all'Esposizione internazionale di Parigi di arti decorative e industriali moderne del 1925, a L'Aia mostra del 1927/1928. Sono vere e proprie opere di arte moderna, astratta, geometrica e optical. È intraprendente, simpatica, affascinante nei suoi lineamenti irregolari. Nel 1925 sposa l'architetto giapponese Isaburo Ueno, che lavorava per lo studio di architettura di Hoffmann (e con Bruno Taut) membro fondatore della International Architecture Society of Japan. Rix-Ueno e dopo alcune visite in giappone, decide di trasferirsi a Kyoto dove continua a lavorare nel settore delle arti decorative miscelando in modo magistrale due diverse concezioni del mondo, divenendo una figura unica nel suo genere.

Guardata con sospetto durante il conflitto, dal dopoguerra insegna alla Kyoto City University of Arts. Il National Museum of Modern Art descrive il suo lavoro come "una dimostrazione della fusione delle sensibilità di Vienna e Kyoto". Muore a Kyoto nel 1967, quattro anni dopo il marito.


Isaburo Ueno e a Bruno Taut a Vienna




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