UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti 50 nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, progettisti, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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martedì 29 maggio 2012

NELLA MARCHESINI. LA CASORATI CON LA GONNA.

Quando vedi un suo quadro, e non è mica facile (mi è capitato alla Galleria nazionale d'Arte Moderna, ma ora lo hanno tolto) dici: "Che bello!". Ma lo dici così, senza pensarci. E spesso neanche sai chi sia questa Nella Marchesini, dalla faccia così borghese, poco simpatica, come appare dai suoi autoritratti o dagli ambienti e dai soggetti che ritrae. 


Una pittrice nata a Marina di Massa nel 1901, che a 10 anni si trasferisce con la famiglia nel
capoluogo sabaudo, dove rimarrà tutta la vita. E oggi dimenticata. Forse, anche perché donna.Magari perché anche suo marito era pittore...
 
A 20 anni entra nello studio di Felice Casorati. Ed è qui la chiave per capire le sue opere.
A 30 anni sposa il pittore Ugo Malvano.
Saranno questi i due eventi fondamentali di una carriera (e di una esistenza), che proprio negli anni '30 non fu priva di affermazioni professionali.
Partecipa alle Biennali veneziane del 1928, 1930, 1932 e alle prime edizioni della Quadriennale di Roma (1931 e 1935) ed è presente all’Esposizione d’Arte Sacra di Padova del 1931-32.
Sono questi gli anni dove la sua pittura eccelle. Un mondo che ci riporta al realismo fantastico di Bontempelli, alle atmosfere rarefatte di Casorati. A una pittura magica, che in Italia non tornerà più. Come se in quegli anni tutti i pittori fossero stati contagiati dall'arte di saper dipingere. E di saper dipingere il silenzio.
Penso a Donghi, a Ugo Celada di Virgilio, Cagnaccio di San Pietro.

Morirà nel 1953. A Torino. Con quella faccia un po' così.



Una opera del marito, Ugo Malvano



Per saperne di più sul Realismo Magico, a voi questo link.



lunedì 28 maggio 2012

AEROPITTORI, VOLATI VIA DALLA MENTE.

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Fedele Azari
Nelle velocità terrestri (cavallo, automobile, treno) le piante, le case ecc., avventandosi contro di noi, girando vicinissime le vicine, meno rapide le lontane, formano una ruota dinamica nella cornice dell'orizzonte di montagne mare colline laghi, che si sposta anch'essa, ma così lentamente da sembrare ferma. Oltre questa cornice immobile esiste per l'occhio nostro anche la continuità orizzontale del piano su cui si corre.

Nelle velocità aeree invece mancano questa continuità e quella cornice. panoramica. L'aeroplano, che plana si tuffa s'impenna ecc., crea un ideale osservatorio ipersensibile appeso dovunque nell'infinito, dinamizzato inoltre dalla coscienza stessa del moto che muta il valore e il ritmo dei minuti e dei secondi di visione-sensazione Il tempo e lo spazio vengono polverizzati dalla fulminea constatazione che la terra corre velocissima sotto l'aeroplano immobile.

Nella virata si chiudono le pieghe della visione-ventaglio (toni verdi + toni marroni + toni celesti diafani dell'atmosfera) per lanciarsi verticali contro la verticale formata dall'apparecchio e dalla terra. Questa visione ventaglio si riapre in forma di X nella picchiata mantenendo come unica base l'incrocio dei due angoli.il decollare crea un inseguirsi di V allargantisi. Il Colosseo visto a 3000 metri da un aviatore, che, plana a spirale, muta di ferma e di dimensione ad ogni istante e ingrossa successivamente tutte le facce del suo volume nel mostrarle.

In linea di volo, ad una quota qualsiasi, ma costante, se trascuriamo ciò che si vede sotto di noi, vediamo apparire davanti un panorama A che si allarga man mano proporzionalmente alla nostra velocità, più oltre un piccolo panorama B che ingrandisce mentre sorvoliamo il panorama A finché scorgiamo un panorama C allargantesi man mano che scompaiono A lontanissimo e B ora sorvolato.

Nelle virate il punto di vista è sempre sulla traiettoria dell'apparecchio, ma coincide successivamente con tutti i punti della curva compiuta, seguendo tutte le posizioni dell'apparecchio stesso. In una virata a destra i frammenti panoramici diventano circolari e corrono verso sinistra moltiplicandosi e stringendosì, mentre diminuiscono di numero nello spaziarsi a destra, secondo la maggiore o minore inclinazione dell'apparecchio.

Dopo avere studiato le prospettive aeree che si offrono di fronte all'aviatore, studiamo gl'innumerevoli effetti laterali. Questi hanno un movimento di rotazione. Così l'apparecchio si avanza come un'asta di ferro doppiamente dentata ingranandosi da una parte e dall'altra coi denti di due ruote che girano in senso opposto a quello dell'apparecchio, e i cui centri sono in tutti i punti dell'orizzonte. Queste visioni roteanti si susseguono, si amalgamano, compenetrando la somma degli spettacoli frontali. Noi futuristi deliberiamo che il principio delle prospettive aeree e conseguentemente il principio dell'Aeropittura è un'incessante e graduata moltiplicazione di forme e colori con dei crescendo e diminuendo elasticissimí, che si intensificano o si spaziano partorendo nuove gradazioni di forme e colori...
  "Gazzetta del popolo"  22-9-1929 articolo" prospettive di volo" manifesto aeropittura

Italo Ferro Torino 1880-1934, Aeropittura

Questo il Manifesto. Scritto dai pionieri. Ma l'aeropittura non si limita ai nomi di Dottori, Balla, Crali, D’Anna, Prampolini. Ma si allarga, di ondata in ondata, e di decennio in decennio, sino alla fine degli anni '40, in un vortice di esplorazioni che ricordano, questo sì, il fascino del volo. Qualcuno percorre rotte già tracciate. Qualcuno, magari lontano da Roma o da Milano (in Istria, in Sicilia, in Umbria, in Emilia), ne traccia di nuove.
Qualcuno, e sono tanti, viene perso dai radar. 


Leandra Angelucci Cominazzini

Autori sui quali inizieremo un percorso di conoscenza, aperto anche alle vostre segnalazioni.
Fedele Azari, Barbara, Uberto Bonetti,  Benedetta Cappa, Giuseppe Caselli, Nino Costa, Giulio D'Anna, Mino Delle Site, Leandra Angelucci Cominazzini, Tullio d'Albisola, Italo Ferro, Fillia, Sante Monachesi, Novo (Nello Voltolino), Pippo Oriani, Osvaldo Peruzzi, Ugo Pozzo,  Aldo Rigetti, Mino Rosso, Mino Somenzi, Tato, Thayaht.  E poi Forlin, Averini, Fasullo, Goretti, Zen, Veronesi, Caviglioni, Marcati, Morato, Gigliol, Tutti, Baledssarri, Di bosso, Corona, Favalli, Rosso, Italo Fasolo, Zen, Chetoffi, Acquaviva, Gambini.


Tullio D'Albisola
Italo Ferro
Novo (Nello Voltolino)





venerdì 25 maggio 2012

L’ARTE DEGENERATA E IL DEGENERATO CESAR KLEIN.


Ho insegnato ai miei figli ad amare i degenerati e a diffidare del perbenismo. Nell’arte, intendo. Ma non solo. Perché se c’è qualcuno che prova a chiamare qualcosa “arte degenerata”, degenerato lo divento io.
Perché puoi criticare, che dico, massacrare di critiche, irridere, lanciare sterco. Mai distruggere. Esattamente quello che hanno fatto i nazisti, dando vita nel 1937 a una vergognosa esposizione a Monaco, voluta da Göbbels, organizzata da Adolf Ziegler (nome da ricordare, a spernacchiante memoria).
Inaugurata da Hitler, "Entartete Kunst" rassegna di arte degenarata, era accompagnata da un catalogo illustrato che, nel capitolo introduttivo, ne spiegava i fini raggruppando le opere in temi: "Manifestazioni dell'arte razzista giudaica", "Invasione del bolscevismo in arte", "La donna tedesca messa in ridicolo", "Oltraggio agli eroi"," I contadini tedeschi visti dagli ebrei", "La follia eretta a metodo", "La natura vista da menti malate".

 

Per organizzarla vennero sequestrate opere da musei e collezioni. Più di 5000 lavori, inclusi 1.052 Nolde, 759 Heckel, 639 Ernst Ludwig Kirchner, 508 Max Beckmann, così come opere di Alexander Archipenko, Marc Chagall, James Ensor, Henri Matisse, Pablo Picasso e Vincent van Gogh. Quasi tutti vennero alla fine bruciati pubblicamente (ma intanto i Van Gogh, furbescamente, vennero venduti in Svizzera per fare cassa…).
Tutti gli artisti inseriti nella lista furono cacciati da impieghi pubblici e dall’insegnamento. Alcuni si suicidarono.

Quanti erano? Tanti. Ma molti di loro, anche a causa di quella distruzione, non hanno più oggi la popolarità, la conoscenza, la condivisione che meriterebbero. Per questo, nel tempo, vorrei iniziare a presentare i meno noti, ma non certo più straordinari interpreti che hanno esposto accanto a Klee, Grosz e Kanindsky. Tipi come Ernst Barlach, Walter Dexel, Lothar Schreyer, Otto Freundlich, Rudolph Grossmann, Karl Hofer o Cesar Klein.



Cesar Klein, espressionista, pittore e designer, nato ad Amburgo nel 1876. 

Appena adolescente, grazie a un talento precoce convince i genitori della sua volontà di diventare artista, e inizia a frequentare gli studi di alcuni pittori locali, per poi diplomarsi poi a Berlino.
Nato figurativo, divenuto astratto ed esponente dell avnaguaride, nel 1910 scrive: “L’arte è come il sesso. All’inizio ti accontenti di un bacino, poi hai sempre bisogno di qualcosa di più. Ora, nel pieno delle mie pulsioni creative, credo che l’arte debba e stia per diventare qualcosa di travolgente. Un fornicante amplesso, in una camera buia, aperta a ogni possibile variabile, nella quale lampi di luce possono accendere visioni che ti rimarranno impresse nella retina e nel cuore per tutta la vita…”.

Nel 1910 è uno dei 27 artisti che rifiutati dalla Secessione di Berlino danno vita alla “Nuova Secessione”. Durante la guerra, stringe amicizia con Walter Gropius per poi collaborare, negli anni ’20, con la Bahuaus.
Fu espressionista, fondatore di November Group e di Arbeitsrat für Kunst, divenendo uno dei grandi innovatori del ‘900 per poi finire anche lui nella lista famigerata della mostra del 1937. Potrà tornare a insegnare solo 10 anni dopo, per morire nel 1954 a Pansdorf, vicino a Lubecca.



E’ stato pittore e disegnatore abilissimo, ma anche tipografo, progettista, incisore, scenografo, costume designer, cinematografaro, convinto che l’arte potesse, anzi, dovesse raggiungere la massa, e parlare al cuore di tutti. E che per farlo, qualunque via era ammessa, dall’ideazione di un poster alla decorazione architettonica. O anche a dipingere di blu di Prussia il capanno dietro casa “… perché anche il colore, lancia un suo grido che qualcuno prima o poi ascolterà…”.

E visto che abbiamo parlato di roghi, magari ricordiamoci anche noi di aver bruciato nel 1976, grazie ad una insensata sentenza del Tribunale le copie del film “Ultimo tango a Parigi” di Bernardo Bertolucci, considerato pornografia. Una delle pagine più cupe della storia della cultura italiana dal dopoguerra, della quale mi scuso io, al posto di Gino Paolo Latini (che è deceduto, ma che qui ricordo, a spernacchiante memoria). 


Elenco degli Artisti “degenerati” - Monaco 1937
stampiamoli bene in mente
 
Jankel Adler, Ernst Barlach, Rudolf Bauer, Philipp Bauknecht, Otto Baum, Willi Baumeister,  Herbert Bayer, Max Beckmann, Rudolf Belling, Paul Bindel, Theo Brün, Max Burchartz, Fritz Burger-Mühlfeld, Paul Camenisch, Heinrich Campendonk, Karl Caspar, Maria Caspar-Filser, Pol Cassel, Marc Chagall, Lovis Corinth, Heinrich Maria Davringhausen, Walter Dexel, Johannes Diesner, Otto Dix, Pranas Domšaitis, Hans Christoph Drexel, Johannes Driesch, Heinrich Eberhard, Max Ernst, Hans Feibusch, Lyonel Feininger, Conrad Felixmüller, Otto Freundlich, Xaver Fuhr, Ludwig Gies, Werner Gilles, Otto Gleichmann, Rudolph Grossmann, George Grosz, Hans Grundig, Rudolf Haizmann, Raoul Hausmann, Guido Hebert, Erich Heckel, Wilhelm Heckrott, Jacoba van Heemskerck, Hans Siebert von Heister, Oswald Herzog, Werner Heuser, Heinrich Hoerle, Karl Hofer, Eugen Hoffmann, Johannes Itten, Alexej von Jawlensky, Eric Johansson, Hans Jürgen Kallmann, Wassily Kandinsky, Hanns Katz, Ernst Ludwig Kirchner, Paul Klee, Cesar Klein, Paul Kleinschmidt, Oskar Kokoschka, Otto Lange, Wilhelm Lehmbruck, Elfriede Lohse-Wächtler, El Lissitzky, Oskar Lüthy, Franz Marc, Gerhard Marcks, Ewald Mataré, Ludwig Meidner, Jean Metzinger, Constantin von Mitschke-Collande, László Moholy-Nagy, Marg Moll, Oskar Moll, Johannes Molzahn, Piet Mondrian, Georg Muche, Otto Mueller, Erich(?) Nagel, Heinrich Nauen, Ernst Wilhelm Nay, Karel Niestrath, Emil Nolde, Otto Pankok, Max Pechstein, Max Peiffer-Watenphul, Hans Purrmann, Max Rauh, Hans Richter, Emy Roeder, Christian Rohlfs, Edwin Scharff, Oskar Schlemmer, Rudolf Schlichter, Karl Schmidt-Rottluff, Werner Scholz, Lothar Schreyer, Otto Schubert, Kurt Schwitters, Lasar Segall, Friedrich Skade, Friedrich (Fritz) Stuckenberg, Paul Thalheimer, Johannes Tietz, Arnold Topp.