Ho insegnato ai miei figli ad amare i degenerati e a diffidare del
perbenismo. Nell’arte, intendo. Ma non solo. Perché se c’è qualcuno che prova a
chiamare qualcosa “arte degenerata”, degenerato lo divento io.
Perché puoi criticare, che dico, massacrare di critiche, irridere, lanciare sterco. Mai
distruggere. Esattamente quello che hanno fatto i nazisti, dando vita nel 1937
a una vergognosa esposizione a
Monaco, voluta da Göbbels, organizzata da Adolf Ziegler (nome da ricordare, a
spernacchiante memoria).
Inaugurata da Hitler, "Entartete Kunst" rassegna di arte degenarata, era accompagnata da un catalogo
illustrato che, nel capitolo introduttivo, ne spiegava i fini raggruppando le
opere in temi: "Manifestazioni
dell'arte razzista giudaica", "Invasione del bolscevismo in
arte", "La donna tedesca messa in ridicolo", "Oltraggio
agli eroi"," I contadini tedeschi visti dagli ebrei", "La
follia eretta a metodo", "La natura vista da menti malate".
Per organizzarla vennero sequestrate opere da musei e collezioni. Più di 5000 lavori, inclusi 1.052 Nolde, 759 Heckel, 639 Ernst
Ludwig Kirchner, 508 Max Beckmann, così come opere di Alexander Archipenko, Marc
Chagall, James Ensor, Henri Matisse, Pablo Picasso e Vincent van Gogh. Quasi
tutti vennero alla fine bruciati pubblicamente (ma intanto i Van Gogh,
furbescamente, vennero venduti in Svizzera per fare cassa…).
Tutti gli artisti inseriti nella lista furono cacciati da impieghi pubblici
e dall’insegnamento. Alcuni si suicidarono.
Quanti erano? Tanti. Ma molti di loro, anche a causa di quella distruzione,
non hanno più oggi la popolarità, la conoscenza, la condivisione che meriterebbero. Per
questo, nel tempo, vorrei iniziare a presentare i meno noti, ma non certo più
straordinari interpreti che hanno esposto accanto a Klee, Grosz e Kanindsky.
Tipi come Ernst Barlach, Walter Dexel, Lothar Schreyer, Otto Freundlich,
Rudolph Grossmann, Karl Hofer o Cesar Klein.
Cesar Klein, espressionista, pittore e designer, nato ad
Amburgo nel 1876.
Appena adolescente, grazie a un talento precoce convince i genitori della
sua volontà di diventare artista, e inizia a frequentare gli studi di alcuni
pittori locali, per poi diplomarsi poi a Berlino.
Nato figurativo, divenuto astratto ed esponente dell avnaguaride, nel 1910 scrive: “L’arte è come il sesso. All’inizio ti accontenti di un bacino, poi hai sempre bisogno di qualcosa di più. Ora, nel pieno delle mie pulsioni creative, credo che l’arte debba e stia per diventare qualcosa di travolgente. Un fornicante amplesso, in una camera buia, aperta a ogni possibile variabile, nella quale lampi di luce possono accendere visioni che ti rimarranno impresse nella retina e nel cuore per tutta la vita…”.
Nato figurativo, divenuto astratto ed esponente dell avnaguaride, nel 1910 scrive: “L’arte è come il sesso. All’inizio ti accontenti di un bacino, poi hai sempre bisogno di qualcosa di più. Ora, nel pieno delle mie pulsioni creative, credo che l’arte debba e stia per diventare qualcosa di travolgente. Un fornicante amplesso, in una camera buia, aperta a ogni possibile variabile, nella quale lampi di luce possono accendere visioni che ti rimarranno impresse nella retina e nel cuore per tutta la vita…”.
Nel 1910 è uno dei 27 artisti che rifiutati dalla Secessione di
Berlino danno vita alla “Nuova Secessione”. Durante la guerra, stringe amicizia con Walter Gropius per poi collaborare,
negli anni ’20, con la Bahuaus.
Fu espressionista, fondatore di November Group e di Arbeitsrat für Kunst,
divenendo uno dei grandi innovatori del ‘900 per poi finire anche lui nella
lista famigerata della mostra del 1937. Potrà tornare a insegnare solo 10 anni
dopo, per morire nel 1954 a Pansdorf, vicino a Lubecca.
E’ stato pittore e disegnatore abilissimo, ma anche tipografo, progettista,
incisore, scenografo, costume designer, cinematografaro, convinto che l’arte potesse, anzi, dovesse raggiungere la massa, e
parlare al cuore di tutti. E che per farlo, qualunque via era ammessa,
dall’ideazione di un poster alla decorazione architettonica. O anche a
dipingere di blu di Prussia il capanno dietro casa “… perché anche il colore, lancia un suo grido che qualcuno prima o poi
ascolterà…”.
E visto che abbiamo parlato di roghi, magari ricordiamoci anche noi di aver bruciato nel 1976, grazie ad una insensata sentenza del Tribunale le copie del film “Ultimo tango a Parigi” di Bernardo Bertolucci, considerato pornografia. Una delle pagine più cupe della storia della cultura italiana dal dopoguerra, della quale mi scuso io, al posto di Gino Paolo Latini (che è deceduto, ma che qui ricordo, a spernacchiante memoria).
Elenco degli Artisti “degenerati” - Monaco 1937
stampiamoli bene in mente
stampiamoli bene in mente
Jankel Adler, Ernst Barlach, Rudolf Bauer, Philipp
Bauknecht, Otto Baum, Willi Baumeister,
Herbert Bayer, Max Beckmann, Rudolf Belling, Paul Bindel, Theo Brün, Max
Burchartz, Fritz Burger-Mühlfeld, Paul Camenisch, Heinrich Campendonk, Karl
Caspar, Maria Caspar-Filser, Pol Cassel, Marc Chagall, Lovis Corinth, Heinrich
Maria Davringhausen, Walter Dexel, Johannes Diesner, Otto Dix, Pranas
Domšaitis, Hans Christoph Drexel, Johannes Driesch, Heinrich Eberhard, Max Ernst,
Hans Feibusch, Lyonel Feininger, Conrad Felixmüller, Otto Freundlich, Xaver
Fuhr, Ludwig Gies, Werner Gilles, Otto Gleichmann, Rudolph Grossmann, George
Grosz, Hans Grundig, Rudolf Haizmann, Raoul Hausmann, Guido Hebert, Erich
Heckel, Wilhelm Heckrott, Jacoba van Heemskerck, Hans Siebert von Heister,
Oswald Herzog, Werner Heuser, Heinrich Hoerle, Karl Hofer, Eugen Hoffmann,
Johannes Itten, Alexej von Jawlensky, Eric Johansson, Hans Jürgen Kallmann,
Wassily Kandinsky, Hanns Katz, Ernst Ludwig Kirchner, Paul Klee, Cesar Klein,
Paul Kleinschmidt, Oskar Kokoschka, Otto Lange, Wilhelm Lehmbruck, Elfriede
Lohse-Wächtler, El Lissitzky, Oskar Lüthy, Franz Marc, Gerhard Marcks, Ewald
Mataré, Ludwig Meidner, Jean Metzinger, Constantin von Mitschke-Collande, László
Moholy-Nagy, Marg Moll, Oskar Moll, Johannes Molzahn, Piet Mondrian, Georg
Muche, Otto Mueller, Erich(?) Nagel, Heinrich Nauen, Ernst Wilhelm Nay, Karel
Niestrath, Emil Nolde, Otto Pankok, Max Pechstein, Max Peiffer-Watenphul, Hans
Purrmann, Max Rauh, Hans Richter, Emy Roeder, Christian Rohlfs, Edwin Scharff,
Oskar Schlemmer, Rudolf Schlichter, Karl Schmidt-Rottluff, Werner Scholz,
Lothar Schreyer, Otto Schubert, Kurt Schwitters, Lasar Segall, Friedrich Skade,
Friedrich (Fritz) Stuckenberg, Paul Thalheimer, Johannes Tietz, Arnold Topp.
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