UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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venerdì 23 febbraio 2018

REALISMO MAGICO ITALIANO ANNI '20 - Gian Emilio Malerba


Il termine realismo magico nacque in Italia e nella stessa Italia il genere letterario ebbe successo tant’è che, oltre a Massimo Bontempelli, che scrisse secondo le forme del realismo magico tra il 1922 ed il 1940 - La scacchiera davanti allo specchio (1922) Eva ultima (1923) La donna dei miei sogni e altre avventure moderne (1925) - autori come Italo Calvino e Dino Buzzati possono esser inclusi in questo grande filone letterario. Il realismo magico, al pari del surrealismo francese, è figlio dell’idea spiritualista di voler rompere con il positivismo imperante di fine ottocento ed in comune con il movimento francese ha appunto una certa visione onirica, l’indagine dell’inconscio ed il legame con l’arcano contenuto nei miti, riprendendo quel realismo magico ante litteram che ha sempre accompagnato la letteratura universale (si pensi ad esempio all’Eneide ed alla Divina Commedia). 

 
In qualche modo conosciamo Antonio Donghi, Felice Casorati e Cagnaccio di San Pietro che prendevano spunto dalla tradizione figurativa della classicità rinascimentale italiana del Trecento e del Quattrocento, immergendo la realtà in una magica sospensione, nella quale i personaggi vivono una situazione di classicità assorta e spesso dall'effetto inquietante.
Tra loro anche Gian Emilio Malerba, quasi totalmente dimenticato.
Studia all'Accademia di Brera con Tallone esordendo nel 1906. Consegue il premio Canonica e l'anno successivo il suo dipinto Il cappello nero è acquistato dal re d'Italia. Intanto la sua arte evolve in composizioni più nitidamente costruite. Espone alla XIII Biennale di Venezia con dipinti, tra cui il celebre Maschere, che sono già in sintonia con la nuova corrente di Realismo magico.
Nel 1922 è tra i fondatori del gruppo di Novecento che espone a Milano l'anno successivo alla galleria Pesaro
Scompare prematuramente all'età di quarantasei anni mentre si preparava a partecipare alla Prima Mostra del Novecento Italiano alla Permanente di Milano.


autoritratto

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