UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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domenica 25 febbraio 2018

OSCAR HERMANN LAMB. TORBIDAMENTE LAMB.

Lo snob dagli occhi di ghiaccio inebriato 
dal torbido fascino femminile
Walter Abrami




La Coppa Verde, qui sopra, opera del 1933, e sequestrato in galleria per oscenità, esprime in maniera immedata clima, stile e visione di un pittore semisvanito, riscoperto dal Museo Revoltella di Trieste poco tempo fa. Torbido con donne eleganti, decadenti e ariane.

Come ha scritto Abrami: "Lamb non produsse molto e la scarsa presenza d’opere sul territorio non favorì né la conoscenza dell’artista né la commercializzazione dei suoi quadri, ma è anche possibile, nonostante le tragiche perdite del patrimonio artistico avvenute durante le due guerre, che la maggior parte dei suoi dipinti sia ancora conservata altrove probabilmente in Austria, Germania o Inghilterra..."


autoritratto


Lamb nacque a Trieste nel 1876. Come tanti pittori triestini studiò a Monaco, dove rimase tra il 1895 e il 1896. Subito dopo proseguì gli studi a Roma e dal 1900 decise di stabilirsi a Vienna. Impegnato soprattutto nello studio della figura, in questi anni produceva grandi composizioni d'impronta divisionista (si veda la tela "I fonditori" del 1903, acquistata dal Museo Revoltella). Torna a Trieste solo nel 1921 e le sue opere comparvero nelle prime esposizioni del dopoguerra. Il soggetto più ricorrente nella produzione della maturità era divenuta la figura femminile, alla quale egli sapeva dare le più diverse interpretazioni, sempre caratterizzate da una raffinata eleganza e da una profonda sensualità. Negli anni Trenta, non riuscendo a reintegrarsi nell'ambiente triestino, si trasferì nuovamente a Vienna, dove morì nel 1947. E dove sono ancora molte delle sue opere.





 

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