UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti 50 nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, progettisti, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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sabato 17 febbraio 2018

IL GIAPPONESE AMERICANO: YASUO KUNIYOSHI


Yasuo Kuniyoshi 国吉 康雄 (Okayama, Japan 1889 - New York 1953) è la prova vivente che anche le nazioni sono convenzioni. Giapponese, emigrato nel 1906 per non frequentare la scuola militare arriva in America da povero emigrante. Il primo impatto è choccante, resta a lungo senza parlare inglese, anche se il progetto era quello di diventare traduttore, sognando sempre di tornare a casa. Trascorre un po 'di tempo a Seattle, prima di iscriversi alla Los Angeles School of Art and Design e poi trasferirsi a New York City per perseguire una carriera artistica che sente come futuro e scelta di vita. Kuniyoshi studiò brevemente alla National Academy e alla Independent School di New York, quindi studiò con Kenneth Hayes Miller alla Art Students League di New York.



  
E’ qui che si sposa con una cittadina americana, ma non può prendere la cittadinanza. Un sogno che non potrà mai coltivare per le dure leggi sull’emigrazione, anche se “si sente americano”. Insegna alla Art Students League di New York a New York e a Woodstock, New York, creando una pittura che sembra citare l’espressionismo europeo, che miscela con la pittura pastosa e ugualmente espressiva di Hart Benton.
Sebbene fosse visto come immigrato, Kuniyoshi fu molto patriottico e durante la seconda guerra mondiale proclamò la sua lealtà e il suo patriottismo come 
artista di propaganda per gli Stati Uniti.
Nel 1948, Kuniyoshi divenne il primo artista vivente scelto per una retrospettiva al Whitney Museum of American Art. esponendo anche anche alla Biennale di Venezia.  Nei primi anni '50, Kuniyoshi si ammala di cancro, e morirà nel 1953.




 

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