UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti 50 nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, progettisti, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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domenica 18 febbraio 2018

ARCHITETTURA E DESIGN COME UTOPIE INDISPENSABILI: JAKOV CERNICHOV


Come artista, non sappiamo se le ultime opere di Chernikov siano una critica sublime, o solo una visione romantica del regime socialista….

 

Al pari di Sant’Elia e di Chiattone, di Tatlin e altri architetti e geni assortiti, Jakov Georgievič Černichov (Яков Георгиевич Чернихов) non ha costruito nulla, e se lo ha fatto lo hanno distrutto. Perché va bene essere rivoluzionari, ma non bisogna esagerare. A causa delle sue idee anticonformiste, Černichov venne così tollerato, ma emarginato dal regime, e oggi delle sue opere rimane solo la torre della fattoria Krasniy Gvozdilshchik (1930-31) a San Pietroburgo.
Soprannominato il Piranesi dei Soviet per la straordinaria forza evocativa del segno è però – senza se e senza ma - uno dei più straordinari visionari  disegnatori architettonici del ‘900. Un talento pazzesco e bulimico, se è vero che realizzò circa 60 progetti, ma 17.000 disegni, alcune centinaia dei quali vennero rubati nel 2006 dagli Archivi di Stato Russi.
Non solo disegnava, ma arrivò addirittura a sviluppare le font per le sue opere, completando in modo esemplare il suo approccio da designer. Alfabeti in russo, ma anche lettere latine, greche, fenice.

 

Nato a Pavlohrad nell’odierna Ucraina il 17 dicembre 1889 da una famiglia di umili origini con 12 figli a carico si diploma a Odessa e frequenta poi la Scuola d'Arte della sàessa cittò. Nel 1914 si iscrive alla Facoltà di Disegno presso l'Accademia Imperiale delle Arti di Pietrogrado, per poi passare al dipartimento di Architettura. Allievo di Leon Benois, architetto gloria nazionale, del quale è amico intimo del fratello, si laurea nel 1925 visto che  la guerra e la Rivoluzione di Ottobre hanno allungato un po’ le cose. Già da tempo opera però al fianco delle avanguardie, seguendo i progetti fuuristi (secondo me vede Pannaggi e Fillia) e viene attratto dal Costruttivismo e dal Suprematismo frequentando Malevitch.

Černichov descrisse le sue idee in una serie di libri pubblicati a Leningrado tra il 1927 e il 1933, tra cui: “L'arte della rappresentazione grafica (1927)” – “Fondamenti di architettura contemporanea (1930) nei quali crea un rapporto tra fisica e architettura – “La costruzione delle forme dell'architettura e della macchina (1931)” - 101 fantasie architettoniche (1933). Quest'ultimo, un raffinato esempio di stampa a colori, fu uno degli ultimi libri d'arte di avanguardia ad essere pubblicato in Unione Sovietica durante il periodo stalinista e ricorda le visioni del Piranesi.

Continua a insegnare, mettendo al servizio anche il suo approccio da pedagogo, ed espone, ma non ha più voce in capitolo. Muore a Mosca nel 1951.
E me lo vedo in un appartementino di due stanze, mentre prende il te, e vede fuori dalla finestra schiere di edifici grigi.







 

Iakov Chernikhov leading an arts class in Leningrad, 1920s






 
 

In questa epoca dello sviluppo trionfante dell'ingegneria meccanica e della continua crescita dell'industrializzazione nasce una nuova concezione dell'attività artistica.  

Nuove richieste vengono fatte dalle belle arti. Le forme vecchie e decrepite vengono ripudiate....
 Piegando l'orecchio alle esigenze del mondo moderno, gli artisti stanno cercando di trovare nuovi principi che perdonino la forma alle loro intenzioni - nuovi principi che saranno in linea con il carattere industriale e tecnologico della civiltà moderna. Se procedono dall'esterno e ammettono un "adattamento" di vecchi moduli a nuovi contenuti, questi tentativi raramente hanno successo. L'arte può essere portata sul suo vero percorso solo attraverso la creazione di nuove forme che siano adeguate alle forme di vita stessa e che rispondano alle sue esigenze concrete. Invece di cercare ogni tipo di adattamento dall'esterno, ciò di cui abbiamo bisogno è l'altrettanto possibile scoperta di nuovi valori dall'interno, cioè, nel campo di quei fenomeni che sono caratteristici del tenore moderno della vita, dello stato moderno della tecnologia. In una certa misura, l'arte può diventare ingegneria. Deve passare dalla sua precedente decoratività senza scopo, dal suo estetismo senza principi alienati dalla vita, a un'esistenza di utilità pratica. In questo processo la questione della trasformazione delle forme artistiche non deve dipendere esclusivamente dal contenuto ideologico, ma deve essere risolta sulla base di un fondamentale riesame dei mezzi di espressione. "Essere" industriale e tecnologico non può non influenzare la "coscienza" artistica e creativa.

jAKOV CERNICHOV   


 




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