5 anni. 5 anni di sperimentazione, arte, tecnologia, vita vissuta sul filo del rasoio. E poi basta. Questo il percorso artistico di un piccolo, e da noi molto amato, genio sregolato come Robert Chroscicki che, tra il 1989 e il 1994, brucia di luce propria nella notte romana, mixando innovazione e dissacrazione, affermandosi come uno degli artisti plurimediali più interessanti del decennio.
Di padre apolide (...un polacco che vive negli States, o a Parigi, insomma, una di quelle storie complicate che non si ricordano mai bene...), non ha veri radici.
Dipinge, smanetta con PC, è tra i primissimi a sperimentare in Italia il montaggio video e l'animazione su Mac, ed edita chi gli piace in piccole edizioni rilegate con la spillatrice. E' stato quindi il mio primo editore, di un libro di aforismi apocrifi poi diventato GIURO CHE DICO IL FALSO.
In questo contesto crea (con Massimo Di Felice) il collettivo underground Chiesa dell'Elettrosofia (trasformando di fatto l'effetto larsen in una droga visiva). Una droga "da osservare" fissando in maniera ravvicinata e compulsiva, su grandi schermi a tubo catodico, le continue variazioni elettroniche. E pensa di vivere di casa in casa, realizzando, in cambio dell'ospitalità per un anno, un ciclo di affreschi.
E poi vive come un piccolo dandy tra mille groupie innamorate: capelli sciolti sulle spalle, pelle eburnea mai toccata dal sole (non si conosce di lui attività fisica), piercing in luoghi misteriosi.
Si nutre solo di cioccolata, vive e lavora solo di notte, dal tramonto all'alba, dice che tromba come un puma. E la sua casa-studio alla Piramide diventa un crocevia della notte capitolina, dove si incrociano artisti, sballati, ninfette, yuppies. Una sorte di corte dei miracoli della quale lui diventa l'officiante. Il "Monsieur De Staël dell'Ostiense".
Tra gli amici e i conoscenti di un tempo, nascono racconti mitologici. Anche qualche rancore. Di lui, a Roma, rimangono solo una ventina di tele e qualche stampa digitale (anche in quello fu un innovatore).
Solo nel 2010 internet rivela le sue ultime mosse: sperimentatore alla Technovision (del quale il padre era socio), e poi, con un altro colpo di scena, di quelli da farci cadere sulla sedia: ballerino professionista in California, finalista ai campionati mondiali di salsa, e sub. Sub? Lui che non metteva il naso fuori di casa?
Oh, sempre meglio che essere Rimbaud...
Nessun commento:
Posta un commento