UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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mercoledì 13 settembre 2017

MUMIN E L'ESTETICA DEL MORBIDOSO

I Mumin sono personaggi nati dall’immaginazione della scrittrice e illustratrice finlandese Tove Jansson. Se esistessero realmente ricorderebbero un ippopotamo di gomma di gomma da masticare bianca. Sono morbidosi e pacifici, ma non fessi. Concepiti alla fine degli anni ’30 debuttarono nel 1945 e sono stati replicati sino agli anni ’80.
A differenza dei Barbapapà, che sinceramente mi piacerebbe prendere a pugni, i Mumin e i loro tanti comprimari sono meno buonisti e hanno un senso dell'umorismo basato sull'assurdo. Già nel primo racconto Mumin cerca di sfrattare di casa degli ospiti sgraditi con tutti i mezzi (ad esempio invitando un personaggio che divora tutto) e più avanti si rende complice di piccole truffe.
Non a caso mentre il mondo si incendiava e i giovani cercavano la rivoluzione a Parigi nel 1969 due fidanzati 35 anni concepivano la cosa più diabetica dopo lo zucchero.



Una leggenda vorrebbe che il primo personaggio dei Mumin sia nato in seguito ad una discussione tra la ragazzina Tove e suo fratello Per-Olev. I due avevano litigato e avevano preso a commentare la vicenda, a turno, sul muro della casetta estiva di famiglia. Quando Per-Olov scrisse come commento finale una citazione dal filosofo tedesco Immanuel Kant, Tove non seppe più cosa rispondere al fratello e decise così di disegnare la creatura più brutta possibile e sotto scrisse “KantNasce il Troll Mumin.
Il nome Mumin ha origine invece durante gli anni in cui Tove studiò arte a Stoccolma. In quel periodo Tove abitava a casa dello zio Einar Hammarsten. Una notte, quando si recò di nascosto in cucina per uno spuntino notturno, lo zio sorprese Tove e le disse che c’era un troll che viveva dietro i fornelli. Il suo nome era Mumin e si divertiva a soffiare vapore freddo sulla nuca delle persone.
Non chiedeteci il perché ma sono stati tradotti dallo svedese in 38 lingue, trasformati in fumetti, cartoni animati e anche in un'opera lirica. E sono amatissimi in Giappone, dove nel 1969 ne è stato tratto un anime intitolato Moomin. E ricordano un po’ il personaggio inventato da Dino Buzzati il Babau che fa paura di notte ai bambini.




Un soprendente ritratto realizzato da Tove nel 1936
 
Babau di Dino Buzzati da Le Notti difficili, 1971

Armando Testa, Pippo (Lines), 1966

 

 

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