UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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venerdì 1 settembre 2017

ERSEBET KORB. COME LA SCIA DI UNA NAVE.

Ersèbet, ungherese, nata e morta a Budapest a soli 26 anni (1899-1925) ha vissuto una vita breve, intensa, dolorosa, e forse è morta propria per la sua dipendenza dalla morfina. Un abuso cresciuto dopo il grande dolore della sua vita quanto “Böske” (questo il suo soprannome) viene lasciata dal marito János Tímár, invaghitosi della sua sorella minore, che poi sposerà in seconde nozze.

AUTORITRATTO A 25 ANNI
Figlia del famoso architetto Flöris Korb, Erzsébet ha studiato presso l'Accademia di Belle Arti di Budapest sotto la direzione di István Réti e poi ha lavorato nella colonia di artisti Nagybánya e Gödöllő. Era stata una studentessa d’arte talentuosa, un maschiaccio affascinante, prima di diventare quella ragazza livida e triste che appare nei suoi dipinti.
Un’artista straordinaria dai colori fochi e violenti, che un viaggio in Italia avvicina in momenti a una certa pittura antica. Il suo stile, che viene avvicinato al neoclassicismo ungherese, ha un sapore melanconico e spirituale che non lascia mai indifferenti.








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