UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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sabato 2 settembre 2017

LA COLLEZIONE GURLITT 1406 PICCOLI CAPOLAVORI NASCOSTI ALLA STORIA

Nel 2011 durante un controllo di routine viene fermato il signor Cornelius Gurlitt di ritorno dalla Svizzera. Non ha niente di irregolare, ma ha 9 mila euro in contanti e non sa spiegarne l'origine. Un vero e proprio fantasma quel 78enne di Monaco. Non ha un numero di previdenza sociale, né una pensione o un’assicurazione medica e non ha mai lavorato, e come scopriranno dopo, non mai avuto un legame sentimentale o una convivenza.

Quando si recano a casa sua scoprono 1.406 tra dipinti, disegni e grafica, di cui 121 opere incorniciate.

Forse ciò che resta di una raccolta molto più ampia. Ma non sono croste, ci sono opere (a volte anche minori) di Picasso, Matisse, Chagall, Kokoschka, Marc, Beckmann, Paul Cézanne, Paul Gauguin, Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Nolde e Klee. Il valore,  stimato succesivamente, sarà di un miliardo di euro.
Si scopre così che il tipo è il figlio e l’erede di Hildebrand Gurlitt, uno degli agenti di Hitler (tra l'altro ebreo per un quarto) incaricati di ammassare opere razziate o acquisite al ribasso nei territori occupati, in particolare in Francia, scomparse settant'anni fa durante il Nazismo. Confiscate durante il Terzo Reich (che le aveva ritenute degenerate, trovandole tra le proprietà degli ebrei mandati nei campi) e ritenute perdute.

Gurlitt, custode del segreto, è così vissuto dei proventi della vendita di alcuni di quei quadri, venduti in asta negli anni, rimanendo sempre anonimo.

Franz Marc 


Subito dopo il ritrovamento Cornelius Gurlitt rivendica però con forza il legittimo possesso delle opere. Qualche settimana dopo però, apre agli eredi degli ebrei cui erano state trafugate, non escludendone la cessione, almeno di una parte di esse.

La magistratura tedesca ha sinora stabilito che 458 opere custodite da Gurlitt sono state trafugate dai nazisti agli ebrei. Ma non è finito. 
Alla sua morte, nel 2014, emerge infatti un lascito testa mentale di tutta la collezione al Kunstmuseum di Berna, che si è impegnata a restituire tutte le opere illecite ai legittimi proprietari. 

Io lo detesto, il sig, Gurlitt. E spero che esista l'aldilà e che ad accoglierlo siano stati Dix e compagni. Un po' incazzati.




  
The Lion Tamer by painter Max Beckmann venduto precedentemente alla scoperta per 720.000 euro





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