I musei, all’inizio, non
esistevano. Erano raccolte spontanee e anarchiche per gusti e affinità, che
potevano far parte del ghiribizzo di un nobile, di un artigiano, del priore di
un convento. Spesso gli oggetti si mischiavano tra loro, accomunati da
un’ipotetica rarità. Lo strano e
il bizzarro divennero la linea editoriale, unendo sul medesimo scaffale reperti
naturali, manufatti artefatti, opere d’arte. Era questo l’inizio della
Wunderkammer, in italiano camera delle meraviglie o gabinetto delle curiosità,
espressione di origine tedesca.
Ma se un giorno vi dovesse capitare di prendere un
aereo e fermarvi a Culver City, California, 93° isolato di Venice Boulevard,
potreste avere la sensazione di essere tornati indietro nel tempo. Perché è lì che risiede il Museum of Jurassic Technology.
Una collezione privata, potremmo chiamarlo museo
scientifico? …bah …. diretto dall’enigmatico e geniale Mr. Wilson. Quest’ultimo ha creato e mantiene in vita una delle più sconcertanti
esposizioni al mondo. Dove reale, verosimile, falso e fantasia si mischiano.
C’è la formica zombie, la ricostruzione dell’Arca di
Noè, la parete delle corna, molti esempi di micro miniature (noccioli di frutta
intagliati, papa Giovanni Paolo II all’interno della cruna di un ago), ma anche
riproduzioni di metodi salutari arcaici, come il fiato d’anatra per curare i
bambini dal mughetto, o due mani di cera che stringono un volatile impagliato,
la memoria secondo Platone. Tutto questo e molto altro ancora è raccontato nel
libro di Lawrence Weschler, tradotto in Italia dalla casa editrice Adelphi.
Questa la sua recensione:
IL GABINETTO DELLE MERAVIGLIE DI MR. WILSON (1999, Adelphi)
La peculiarità del museo, che illustra diverse scoperte scientifiche
poco note e dettaglia teorie dimenticate, strambe o fantasiose, non sta tanto
nel materiale che propone, quanto piuttosto nel fatto che il visitatore non può
mai sapere se quello che sta vedendo è realtà o invenzione. Facciamo un
esempio: nella collezione permanente del museo è narrata con dovizia di
particolari la strana storia del Deprong Mori, un pipistrello sudamericano che
sembra abbia l’abilità di passare attraverso le pareti delle capanne e
attraverso il legno, e dei tentativi fatti per catturarlo. Allo stesso modo,
viene illustrata la formica del Camerun denominata Megolaponera foetens, il cui
cervello viene talvolta controllato da una spora fungina che la “costringe” ad
arrampicarsi sugli alberi più alti della foresta e infine le fa esplodere la
testa. Una di queste due storie è basata su fatti scientifici comprovati,
l’altra no. Eppure sono esposte fianco a fianco, senza che il pubblico possa
distinguere i fatti inventati da quelli reali. Vi domanderete, ma che razza di museo scientifico è? Qual è
lo scopo? Beh, di certo non avrete
risposte da Mr. Wilson, che se ne starà beffardo a guardarvi dal suo bancone
all’entrata. Il museo include aneddoti veritieri e notizie false, teorie certe
e dati contraffatti, eppure il tutto è presentato con rigore scientifico e con
la classica didattica “alta” ma divulgativa tipica di un museo di scienze. Ci
sono addirittura le audioguide, con la seria e pacata voce di una
professionista che spiega gli oggetti nelle varie sale. Eppure, alla fine, il
terreno vi mancherà sotto ai piedi… e forse è proprio quello lo scopo segreto
di Mr. Wilson. Lo splendido libro
di Weschler ci accompagna fra le varie sale del museo, raccontandoci qualcosa
di più sul suo misterioso creatore, e spiegandoci perché questo strano connubio
di verità e falsità ha tanto affascinato ed entusiasmato allo stesso modo la
comunità scientifica (che vi ha visto una rappresentazione dell’incertezza del
lavoro del ricercatore) e il mondo dell’arte: il museo è in definitiva una vera
e propria installazione artistica permanente, che affronta il metodo
scientifico e la stranezza del mondo con bizzarro senso dello humor.
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