UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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sabato 9 gennaio 2016

Museum of Jurassic Technology. Il falso più vero che c’è.


I musei, all’inizio, non esistevano. Erano raccolte spontanee e anarchiche per gusti e affinità, che potevano far parte del ghiribizzo di un nobile, di un artigiano, del priore di un convento. Spesso gli oggetti si mischiavano tra loro, accomunati da un’ipotetica rarità.  Lo strano e il bizzarro divennero la linea editoriale, unendo sul medesimo scaffale reperti naturali, manufatti artefatti, opere d’arte. Era questo l’inizio della Wunderkammer, in italiano camera delle meraviglie o gabinetto delle curiosità, espressione di origine tedesca.




Ma se un giorno vi dovesse capitare di prendere un aereo e fermarvi a Culver City, California, 93° isolato di Venice Boulevard, potreste avere la sensazione di essere tornati indietro nel tempo. Perché  è lì che risiede il Museum of Jurassic Technology.

Una collezione privata, potremmo chiamarlo museo scientifico? …bah …. diretto dall’enigmatico e geniale Mr. Wilson. Quest’ultimo ha creato e mantiene in vita una delle più sconcertanti esposizioni al mondo. Dove reale, verosimile, falso e fantasia si mischiano.

C’è la formica zombie, la ricostruzione dell’Arca di Noè, la parete delle corna, molti esempi di micro miniature (noccioli di frutta intagliati, papa Giovanni Paolo II all’interno della cruna di un ago), ma anche riproduzioni di metodi salutari arcaici, come il fiato d’anatra per curare i bambini dal mughetto, o due mani di cera che stringono un volatile impagliato, la memoria secondo Platone. Tutto questo e molto altro ancora è raccontato nel libro di Lawrence Weschler, tradotto in Italia dalla casa editrice Adelphi. 


Questa la sua recensione:

IL GABINETTO DELLE MERAVIGLIE DI MR. WILSON (1999, Adelphi)  



La peculiarità del museo, che illustra diverse scoperte scientifiche poco note e dettaglia teorie dimenticate, strambe o fantasiose, non sta tanto nel materiale che propone, quanto piuttosto nel fatto che il visitatore non può mai sapere se quello che sta vedendo è realtà o invenzione. Facciamo un esempio: nella collezione permanente del museo è narrata con dovizia di particolari la strana storia del Deprong Mori, un pipistrello sudamericano che sembra abbia l’abilità di passare attraverso le pareti delle capanne e attraverso il legno, e dei tentativi fatti per catturarlo. Allo stesso modo, viene illustrata la formica del Camerun denominata Megolaponera foetens, il cui cervello viene talvolta controllato da una spora fungina che la “costringe” ad arrampicarsi sugli alberi più alti della foresta e infine le fa esplodere la testa. Una di queste due storie è basata su fatti scientifici comprovati, l’altra no. Eppure sono esposte fianco a fianco, senza che il pubblico possa distinguere i fatti inventati da quelli reali.  Vi domanderete, ma che razza di museo scientifico è? Qual è lo scopo?  Beh, di certo non avrete risposte da Mr. Wilson, che se ne starà beffardo a guardarvi dal suo bancone all’entrata. Il museo include aneddoti veritieri e notizie false, teorie certe e dati contraffatti, eppure il tutto è presentato con rigore scientifico e con la classica didattica “alta” ma divulgativa tipica di un museo di scienze. Ci sono addirittura le audioguide, con la seria e pacata voce di una professionista che spiega gli oggetti nelle varie sale. Eppure, alla fine, il terreno vi mancherà sotto ai piedi… e forse è proprio quello lo scopo segreto di Mr. Wilson.  Lo splendido libro di Weschler ci accompagna fra le varie sale del museo, raccontandoci qualcosa di più sul suo misterioso creatore, e spiegandoci perché questo strano connubio di verità e falsità ha tanto affascinato ed entusiasmato allo stesso modo la comunità scientifica (che vi ha visto una rappresentazione dell’incertezza del lavoro del ricercatore) e il mondo dell’arte: il museo è in definitiva una vera e propria installazione artistica permanente, che affronta il metodo scientifico e la stranezza del mondo con bizzarro senso dello humor.




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