UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


Seguiteci anche ogni mese su ARTeDOSSIER
https://www.facebook.com/museoimmaginario.museoimmaginario

https://www.facebook.com/Il-Museo-Immaginario-di-Allfredo-Accatino-487467594604391/




sabato 9 gennaio 2016

IL MUSEO DELL'INNOCENZA. ISTANBUL.

Istanbul. Oggi.

In una decina di minuti a piedi, dalla affollata Istiklal, coi suoi bei palazzi in stile e i suoi negozi di rigattiere e bric a brac, si arriva nel cuore di Çukurcuma, un tranquillo quartiere dove è piacevole curiosare fra vecchi mobili e oggetti dismessi. E’ qui, che in Çukurcuma Caddesi, all’altezza dell’omonimo hammam, ha preso posto il Museo dell’Innocenza di Orhan Pamuk, premio nobel per la letteratura nel 2006.




Lo scrittore ha voluto trasformare un romanzo in museo, ma non per celebrare la sua opera omonima, ma per ricordare un amore immaginario. E che per questo ha investito gran parte dei soldi guadagnati per acquistare l’edificio e riempirlo sino all’inverosimile. L’amore di Kemal Basmacı per Füsun che gli fa raccogliere per otto anni, dal 1976 al 1984, ogni genere di oggetti legati all’amata, suppellettili, abiti, foto, ritagli di giornale, documenti che ha conservato con cura negli anni che contenevano il ricordo di tutti gli attimi più intensi della sua sconvolgente e sfortunata storia d’amore. Compresi tutti i 4.213 mozziconi di sigaretta fumati dalla ragazza. Chi porta con sé una copia del libro entra gratis. Non possono entrare più di 50 persone per volta. Un’indicazione (una prescrizione) frutto della consapevolezza che “quando i musei sono troppo affollati, gli oggetti piangono”.



Nessun commento:

Posta un commento