Superi Aguzzano, e aggirandoti nella Bassa, senza
grandi cartelli segnalatori, si arriva prima in una cascina, poi in un castello, e quindi in una
delle più stimolanti e coinvolgenti iniziative culturali italiani degli ultimi
anni. Il Museo della Merda, a
Castelbosco, in provincia di Piacenza.
Questa l’idea di un imprenditore/collezionista che ha
costruito un piccolo impero sulla merda, trasformando la propria passione nel
proprio lavoro, e viceversa.
Produceva latte per il Grana Padano con 2.500 bovini
di razza selezionata, super-efficienti (300 quintali circa di latte e 1.000 di
sterco). Una quantità di merda terrificante, che il proprietario ha voluto e
saputo trasformare in oro civico, avviando un progetto ecologico e industriale
avveniristico che ha portato a realizzare una efficiente centrale di biogas. Dallo sterco ricava così metano, concime per i campi,
materia grezza per intonaco e mattoni. E lo fa con sistemi di nuova concezione
che oltre a ridurre l’inquinamento atmosferico e la distribuzione di nitrati
nel terreno, seguono un principio che ridisegna il ciclo della natura in un
circolo virtuoso.
Ha realizzato anche piatti e altro materiale, che si possono comprare nello shop (shit shop) e online.
Ha realizzato anche piatti e altro materiale, che si possono comprare nello shop (shit shop) e online.
Il museo è stato ricavato da un maniero
cinquecentesco, lasciato nel restauro allo stesso stato (come aspetto degli
interni) di quando è stato trovato che si staglia all’interno dell’azienda, proprio
vicino agli impianti di trasformazione, che fanno parte essi stessi della
esposizione museale. Vicino alle mucche, e l'odore diventa quasi una musica.
Sembra quasi un rudere, elegantissimo e un po' snob, riscaldato dal
calore prodotto dalla merda dell’impianto e ospita opere di arte contemporanea.
Non la “merda d’artista” (sarebbe stato troppo banale, dice Locatelli) ma opere
di ricercata qualità, che spaziano dall’arte povera al contemporaneo di grandi maestri internazionali.
Ah, dimenticavo. I capannoni per la lavorazione della
merda sono stati decorati da artisti del calibro di David
Tremlett e Anne et Patrick Poirier.
Secondo me, poi, porta anche fortuna.
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