Uno
studio di qualche anno fa mise
in relazione l’arte con il paesaggio, indicando come la luce e gli spazi
modificassero la visione inconscia e la percezione, anche al di là della
mera
rappresentazione del paesaggio. Questo spiegherebbe, ad esempio, la
luminosità della pittura
veneta, o il fatto che in Italia la pittura cambiasse fortemente da
regione a
regione, da area ad area, e non solo per fattori culturali. Per questo
mi piace
presentarvi quello che, ogni giorno, vedevano a Parigi impressionisti e
post
impressionisti, Picasso e Modì. Scopriremmo che in fondo, raccontavano
solo il proprio presente. Come quando si dice "...metti una cinepresa a
NY e funziona sempre...".
Sono tutte foto databili tra il 1898 e il 1918 provenienti
dal Museo Albert Khan, un fondo fotografico a colori che oggi comprende 60
paesi e 72.000 placche, io direi, ancora tutte da scoprire.
Ecco perché è importante
fotografare il presente, e sarebbe bello che ogni città lo facesse in maniera
sistematica, non affidandosi solo alla banca dati di Street View.
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