Siamo nel 1931, l’America è appena uscita dalla grande
depressione e la Coca Cola cerca di incrementare le vendite. Sono stati prima
medicinale tonificante, poi bibita per adulti, poi hanno tolto le foglie di
coca dall’infuso e vorrebbero vendere la bibita anche alle famiglie ed ai
bambini. Cosa c'è di meglio di un Babbo natale per promozionare la bevanda per
tutti? Si sarà chiesto il direttore Marketing, che all’epoca non si sarà
chiamato così. Viene quindi commissionato il bozzetto a un illustratore di
origini svedesi, Haddon Sundblom (Muskegon, 22 giugno 1899 – Chicago, 10 marzo
1976), famoso per le sue pin-up tettute, per creare una campagna pubblicitaria che
esprima gioia, ottimismo, allegria e voglia di bere CocaCola. Vogliono un Santa
Klaus “vero”, che beva la bibita perché la adora, non solo un simbolo.
La strada era già stata aperta dalle illustrazioni di Thomas Nast, che nel 1863 aveva disegnato per Harper's Weekly un Nabbo Natale, vecchio, grasso e con la tunica rossa. Ma l'immagine non ha sfondato ancora.
La strada era già stata aperta dalle illustrazioni di Thomas Nast, che nel 1863 aveva disegnato per Harper's Weekly un Nabbo Natale, vecchio, grasso e con la tunica rossa. Ma l'immagine non ha sfondato ancora.
Il disegnatore pensa al tradizionale Santa Klaus…vescovo…
elfo…, pensa a Nast, e decide di rinnovarlo, e lo veste coi colori della bibita. Un bel rosso
intenso.
Come si legge poi nelle biografie “Sceglie poi come modello un venditore in pensione, tale Lou Prentice che abita sul suo pianerottolo, una persona gioviale, un po’ sovrappeso, ma che ispira tanta allegria. Volendo dipingere persone vere nei suoi ritratti Sundblom ha bisogno di modelli reali… e li trova sottocasa.. i bambini sono quelli dei suoi vicini di casa ed il cane.. è quello del fioraio... dipinto di nero per l’occasione.”
Nasce così nasce la campagna pubblicitaria che durerà 37 anni. Poi, quando nel 1946 Lou Prentice stira le zampe, Sundblom pensa di fare di se stesso il modello.
Si dipinge davanti ad uno specchio aggiungendosi solo la barba e un anno perfino dipingendo la cintura di Santa che si chiude al contrario. Perché si era dimenticato dello specchio. Oh Oh oh!
Come si legge poi nelle biografie “Sceglie poi come modello un venditore in pensione, tale Lou Prentice che abita sul suo pianerottolo, una persona gioviale, un po’ sovrappeso, ma che ispira tanta allegria. Volendo dipingere persone vere nei suoi ritratti Sundblom ha bisogno di modelli reali… e li trova sottocasa.. i bambini sono quelli dei suoi vicini di casa ed il cane.. è quello del fioraio... dipinto di nero per l’occasione.”
Nasce così nasce la campagna pubblicitaria che durerà 37 anni. Poi, quando nel 1946 Lou Prentice stira le zampe, Sundblom pensa di fare di se stesso il modello.
Si dipinge davanti ad uno specchio aggiungendosi solo la barba e un anno perfino dipingendo la cintura di Santa che si chiude al contrario. Perché si era dimenticato dello specchio. Oh Oh oh!
l'altro Sundblom... |
Babba Natale... |
Il babbo Natale di Thomas Nast, 1866 |
The original... 1906 1890 |
è storia, cronaca, cultura generale che fa sorridere, né posso pensare al crollo di un mito- babbonatale- in quanto adulti e vaccinati . che babbo abbia la facciona da alcoolista è poi lapalissiano! rido.
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