Eppure negli anni ’30 la spiaggia prese a rivaleggiare con l’entroterra come uno dei simboli di definizione della vita e della cultura australiana. La spiaggia diventa simbolo di edonismo, di piacere, di socialità, di sport sano. Tema che, non a caso, i nazisti, negli stessi anni, avevano utilizzato a piene mani come sistema di propaganda ariano.
La spiaggia, poi è democratica. Tutti ci possono accedere, poche sono le differenze tra ricchi e poveri. E’
moderna, perché sintetizza un nuovo modo di vivere che differenzia i
contemporanei dai loro padri.
Charles, al pari però degli
antichi, sceglie un soggetto pieno di significati (poteva essere una scena
biblica, o una battaglia) e lo utilizza per sperimentare un nuovo linguaggio
figurativo che cristallizza il tempo, che si era diramato nel mondo, che ora è
finalmente giunto in Australia (1938-1940), che offre un nuovo vigore al
figurativo, e che per molti versi può essere assimilato alla Nuova Oggettività.
Charles ha 50 anni, ha studiato
gli italiani, la scultura di Donatello e del Pollaiolo, la fuga delle donne di
Jacopo della Quercia, la Madonna Esterházy di Raffaello che appare quasi
ricalcato nella donna con i bambini sulla sinistra della tela.
Insomma, mette la sua conoscenza al servizio di un nuovo continente. Per far nascere una nuova icona. Il tema non è “un giorno in spiaggia” ma “una spiaggia australiana”, e appare la celebrazione della positività. Non si tratta di eugenetica razziale, come qualcuno ha detto, ma di celebrare un popolo che possiede energia e ha una visione solare. Forse anche inadeguato ad affrontare la tragedia del nuovo conflitto che si sta diramando in quei mesi nel mondo. Ci mise due anni a finire l’opera, e non è un caso. Perché tutto, non solo nella forma, potesse sembrare perfetto. Matthew Charles Meree (6 dicembre 1890-17 ottobre 1961) è stato un artista londinese che ha studiato arte prima in Inghilterra e in Francia, servito nella prima guerra mondiale, per poi stabilirsi in Australia nel 1932-33. Dopo aver operato anche in ambito commerciale ottenne un notevole successo artistico vincendo il Premio Sulman nel 1938. Uno dei suoi colleghi lo descrisse come un eccentrico caratteriale, con l'aspetto di un uomo d'affari, e con un senso dell'umorismo buffo. La sua opera Spiaggia Australiana è stata tra le immagini australiane scelte per il programma di cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Sidney del 2000.
Freda Robertshaw - Australian Beach Scene c. 1940
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George Tooker, Coney Island 1948 |
Renato Guttuso, la spiaggia, 1956 |
NORWOOD HODGE MACGILVARY (1874-1949)On Rehoboth Beach, Delaware (USA, 1930) |
Non avevo mai pensato a questo: "..La spiaggia, poi è democratica. Tutti ci possono accedere, poche sono le differenze tra ricchi e poveri. E’ moderna, perché sintetizza un nuovo modo di vivere che differenzia i contemporanei dai loro padri…"
RispondiEliminaSarà democratica, ma sono tutti bianchi, ed in quel periodo non era un caso.
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