UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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sabato 22 settembre 2018

JOSEF ČAPEK, FRATELLI


Fantomas, 1918

Josef Čapek, pittore e scrittore ceco, nato a Hronov 1887 è stato con il fratello una figura di straordinaria vitalità nel clima delle avanguardie tra anni ’20 e anni ’30. Suo fratello di Karel, scrittore, inventò anche la parola robot derivata dal ceco Robota (lavoro) con cui lo scrittore denominò gli automi che lavorano al posto degli operai nel suo dramma fantascientifico R.U.R. del 1920.
Josef fu un importante animatore della vita culturale ceca dal 1911 fino al 1939, quando fu arrestato dai nazisti. Seguace dell'espressionismo e del cubismo, fondò nel 1911 il “Gruppo degli artisti figurativi”, meravigliose e nette alcune sue opere come Fantomas del 1918. Il suo atteggiamento democratico e di critica aperta della guerra e al nazismo lo trasforma in un bersaglio del regime Rifiutatosi di andare in esilio, arrestato dalla Gestapo a settembre 1939 passa cinque anni e mezzo di sofferenza del carcere Praga-Pankrac, poi nei campi di concentramento di Dachau e Buchenwald, e il campo di concentramento di Sachsenhausen a Bergen-Belsen. Muore di febbre tifoide pochi giorni prima della Liberazione.
Il fratello, morto nel 1938 riesce a risparmiarsi questa tragedia.




martedì 11 settembre 2018

ENIGMARELLE. THE FAKE ROBOT

Gli automi erano stati presentati in pubbico sin dal 1500 nel mondo occidentale e nel mondo arabo, addirittura nel 1495 da Leonardo. Nessuno, però, aveva mai presentato un automa con circuito elettrico come Enigmarelle, bello come un cherubino, o come un cantante Rock degli anni '60. Un automa esposto come una curiosità scientifica e tecnica intorno al 1905 negli Stati Uniti e in Europa come massima espressione della ricerca. Si millantava che Enigmarelle fosse in grado di eseguire diversi compiti straordinari, che dimostrava nelle esibizioni: tra cui camminare, andare in bicicletta e scrivere il proprio nome su una lavagna.  Peccato che in realtà ci fosse un persona nascosto all’interno capace di agire su comandi. Un artista che aveva amputato entrambe le gambe e che si chiamava Alba W. Root, e che si esibiva anche come acrobata in bicicletta usando le protesi delle gambe.  Un successo clamoroso, tanto che venne pubblicato su Scientific American nel 1906. Le apparizioni documentate di Enigmarelle includono: 1904: Orpheum Theatre, Brooklyn, 1908: Circo Busch, Berlino, 1908, Bell Theater, Oakland, California 1938: mostra annunciata all'Exposition Internationale.
                                                                                 
                                                                                     


                
      
Il primo automa in grado di giocare a scacchi fu costruito nel 1770 dal nobile ungherese Wolfgang von Kemp
Automa Francese del 1700

venerdì 10 agosto 2018

ATTENTI ALLA NONNA! GRANDMA MOSES

Non andate troppo per il sottile e non prendete troppo in giro gli americani che guardano alla folk art come un miracolo perché sono “un pezzo di storia americana”, mentre a noi italiani ci piace dire con sufficienza: “mentre voi vi arrampicavate sugli alberi, noi a Roma eravamo già froci.”
Ma questa è una bella storia.
Quindi da adesso guardate la nonnina con sospetto, perché forse, dopo la pensione, ora vi potrebbere fottere anche la gloria.
Anna Mary Robertson Moses (7 settembre 1860 - 13 dicembre 1961), conosciuta con il suo soprannome Grandma Moses, ha iniziato a dipingere sul serio all'età di 78 ed è morta a 101 anni.
Mosè era una governante e cpn suo marito hanno iniziato la loro vita matrimoniale in Virginia, dove hanno lavorato nelle fattorie. Nel 1905, si stabilirono a Eagle Bridge, a New York. La coppia ha avuto dieci figli, cinque dei quali sono sopravvissuti all'infanzia. Ha espresso interesse per l'arte per tutta la sua vita, compreso il ricamo di quadri con il filo, fino a quando l'artrite non ha reso questa ricerca troppo dolorosa. Allora tirò fuori i pennelli che le avevano regalato da ragazza.
Le sue opere sono state esposte e vendute negli Stati Uniti e all'estero e sono state commercializzate su biglietti di auguri. I dipinti di Mosè sono esposti nelle collezioni di molti musei. Sugaring Off è stato venduto per US $ 1,2 milioni nel 2006.
Sugating Off, 1943

 
 
 


sabato 21 luglio 2018

EROS SARDO, BERNARDINO PALAZZI

Nasce a Nuoro dal pesarese Francesco e da Pasqualina Siotto di Orani e a otto anni inzia a dipingere incoraggiato dalla madre. Dopo i primi studi a Nuoro e a Sassari, andò a Roma per studiare arte, continuando poi a Firenze e a Padova. E tutta la sua produzione verrà realizzata lontano dai temi culturali isolani. Tema centrale è sicuramente la donna, di cui, come scrive, è pazzo in ogni sua forma.
Le sue prime esposizioni a Venezia, intorno al 1925, raccolsero positivi giudizi della critica e nel 1928 venne invitato alla biennale. Nel 1929 si stabilì a Milano e qui entrò in contatto con il gruppo di via Bagutta che ritrasse nel suo quadro più famoso, un olio su tela di cm 155 x 250, esposto alla XX Biennale di Venezia e conservato nella Galleria comunale d’Arte Moderna di Milano. Nel 1946, finita la guerra, sposò la modella Maray Abbove benché la sua fama si andasse oscurando, continuò a lavorare e a esporre con discreto successo. Nel 1961 illustrò, con 320 disegni a pastello, la Storia della mia vita di Giacomo Casanova e nel 1970, con 40 tavole a tempera, la Gerusalemme liberata di Torquato Tasso. Colpito da un ictus nel 1985, morì l'anno seguente all'età di settantanove anni.



martedì 17 luglio 2018

Yannis Tsarouchis, la Grecia che non ti aspetti


Tsarouchis (1910-1989), è un gran bel pittore, gloria nazionale, velato di un erotismo omosessuale che ritorna nei ritratti virili e sensuali di marinai e soldati.

Nato nel Pireo, ha studiato alla Scuola di Belle Arti di Atene (1929-1935). Studente di Photios Kontoglou, che lo introdusse all'iconografia bizantina, e con Dimitris Pikionis, Kontoglou e Angeliki Hatzimichali guidò il movimento per l'introduzione della tradizione greca nella pittura.

 
Dal 1935 al 1936 visitò Istanbul, Parigi e l'Italia. Venne in contatto con l'arte rinascimentale e l'impressionismo e incontrato artisti influenti come Henri Matisse e Alberto Giacometti.
Ritorna in Grecia nel 1936 e due anni dopo realizza la sua prima mostra personale ad Atene. In seguito combatté nella guerra greco-italiana nel 1940. Nel 1949, con altri artisti fondò il gruppo artistico "Armos". Nel 1951 fece mostre a Parigi e Londra. Nel 1958 ha partecipato alla Biennale di Venezia. Nel 1967 si trasferì a Parigi. Muore ad Atene.







sabato 30 giugno 2018

QUELL’INSOSTENIBILE SENSO ESTETICO DELLE FORZE DELL’ORDINE

Adoro i nomi delle operazioni di Polizia e Carabinieri. Operazione Nemo, Exodus, Polifemo, Branco, Hermes, Samba. A volte trasformate in logo nei TG regionali. Mentre GdF o PS mostrano i sequestri o le armi ritrovate a casa del sospettato, dove a volte si vede il coltello da arrosto o la lancia africana. Mi immagino la sistematica organizzazione del materiale, le banconote aperte a ventaglio, del più creativo ed esperto del team: "lasciate fare a me...". 
E poi, come tag social, come la lancia della tribù indiana conficcata nel tronco, come simbolo di vittoria e firma dell'azione, la paletta o la pettorina, con il nome del corpo.
Non è un giudizio, la mia, è una confessione…




Henri Gaudier, un vortice di creatività durato solo 5 anni.

Il pittore e scultore francese Henri Gaudier-Brezska si arruolò nell’esercito francese  e morì combattendo a soli ventitré anni, il 5 giugno 1915 a Neuville St. Vaast, Nord Calais, lasciando una storia di soli 5 anni di grandi realizzazioni.

Esponente del Vorticismo movimento culturale sviluppatosi nel 1913, che nella raffigurazione di forme a vortice, per molti aspetti influenzato dal futurismo, esprimeva l’idea d’energia, inserendo nella pittura movimento e dinamismo.
L’artista visse e lavorò in Bretagna, condividendo il modernismo radicale dei suoi amici Ezra Pound e Jacob Epstein. Prese il cognome  della sua fidanzata, la scrittrice polacca Sophie Brzeska.

Partito per la guerra, fece giungere ai suoi colleghi vorticisti le proprie riflessioni dalle trincee, che vennero pubblicate sul secondo e ultimo numero della loro rivista-manifesto Blast, nel luglio del 1915, quando lo scultore era già morto da due mesi.






Ecco l’articolo, tradotto da Nicola Zotti che ha identificato come nel suo scritto Gaudier-Brzeska intreccia indissolubilmente la sua vicenda artistica con quella umana e bellica: sono inseparabili, come inseparabili sono le civiltà dai conflitti in cui sono coinvolte.



Vortex Gaudier-Brzeska (scritto dalle trincee) sul primo numero della rivista Blast.



HO COMBATTUTO PER DUE MESI  e posso ora misuare l’intensità della vita.

MASSE UMANE brulicano e muovono, sono distrutte e crescono ancora.

CAVALLI sono consumati in tre settimane, muoiono lungo il lato della strada.

CANI vagano, sono distrutti, e altri vengono.

CON TUTTA LA DISTRUZIONE che lavora attorno a noi, NULLA E’ CAMBIATO, NEPPURE SUPERFICIALMENTE. LA VITA HA LA STESSA FORZA, E’ L’AGENTE MOTORE CHE PERMETTE AL PICCOLO INDIVIDUO DI ASSERIRE SE STESSO.

L’ESPLODERE DEI PROIETTILI, i colpi di fucileria, reticolati, proiettori, motori, il caos della battaglia, ALLA FINE NON MODIFICA i profili della collina che stiamo assediando. Una compagnia di PERNICI razzola di fronte alla nostra trincea.

SAREBBE INSENSATO CERCARE EMOZIONI ARTISTICHE TRA QUESTE PICCOLE NOSTRE OPERE.

QUESTO SPREGEVOLE MECCANISMO CHE FUNGE DA PURGA PER UN’UMANITA’ SOVRABBONDANTE.

QUESTA GUERRA E’ UN GRANDE RIMEDIO.

NELL’INDIVIDUO ESSA UCCIDE ARROGANZA, AUTOSTIMA, ORGOGLIO.

ESSA SOTTRAE ALLE MASSE NUMERI DI UNITA’ SUPERFLUE, LE CUI ATTIVITA’ ECONOMICHE SONO NOCIVE, COME LE RECENTI CRISI COMMERCIALI CI HANNO DIMOSTRATO.

LE MIE OPINIONI SULLA SCULTURA RIMANGONO ASSOLUTAMENTE LE STESSE.

E’ IL VORTICE DEL VOLERE, DELLA DECISIONE, CHE COMINCIA.

TRARRO’ LE MIE EMOZIONI ESCLUSIVAMENTE DALLA DISPOSIZIONE DELLE SUPERFICI, presenterò le mie emozioni come DISPOSIZIONE DELLE MIE SUPERFICI, I PIANI E LE LINEE DALLE QUALI SONO DEFINITI.

Come questa collina dove i tedeschi sono così solidamente trincerati mi dà una sensazione fastidiosa, semplicemente perché i suoi dolci pendii sono rotti dalle opere campali. che lanciano lunghe ombre al tramonto. Allo stesso modo io riceverò sensazioni, di qualsiasivoglia definizione, da una statua, A SECONDA DEI SUOI PENDII, modificata all’infinito.

Ho fatto un esperimento. Due giorni fa ho strappato ad un nemico il fucile Mauser. La sua pesante ed ingombrante forma mi ha sommerso con una potente immagine di brutalità.

Per lungo tempo sono rimasto in dubbio se mi piacesse oppure no.

Ho deciso che non mi piaceva.

Ho spaccato il calcio e con il mio coltello l’ho scolpito in una forma attraverso la quale ho tentato di esprimere un più gentile ordine di cose, che io preferivo.

MA VOGLIO SOTTOLINEARE che LA MIA SCULTURA ha ricevuto il suo effetto (così come l’aveva il fucile) da un'assai semplice composizione di linee e piani.

(In calce al testo, compariva questo trafiletto)

Mort pur la patrie

Henri Gaudier-Brzeska: dopo mesi di combattimenti e due promozioni per merito, Henri Gaudier-Brzeska fu ucciso durante una carica a Neuville St. Vaast, il 5 giugno 1915.

ritratto di Ezra Pound




autoritratto


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