UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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sabato 30 giugno 2018

Henri Gaudier, un vortice di creatività durato solo 5 anni.

Il pittore e scultore francese Henri Gaudier-Brezska si arruolò nell’esercito francese  e morì combattendo a soli ventitré anni, il 5 giugno 1915 a Neuville St. Vaast, Nord Calais, lasciando una storia di soli 5 anni di grandi realizzazioni.

Esponente del Vorticismo movimento culturale sviluppatosi nel 1913, che nella raffigurazione di forme a vortice, per molti aspetti influenzato dal futurismo, esprimeva l’idea d’energia, inserendo nella pittura movimento e dinamismo.
L’artista visse e lavorò in Bretagna, condividendo il modernismo radicale dei suoi amici Ezra Pound e Jacob Epstein. Prese il cognome  della sua fidanzata, la scrittrice polacca Sophie Brzeska.

Partito per la guerra, fece giungere ai suoi colleghi vorticisti le proprie riflessioni dalle trincee, che vennero pubblicate sul secondo e ultimo numero della loro rivista-manifesto Blast, nel luglio del 1915, quando lo scultore era già morto da due mesi.






Ecco l’articolo, tradotto da Nicola Zotti che ha identificato come nel suo scritto Gaudier-Brzeska intreccia indissolubilmente la sua vicenda artistica con quella umana e bellica: sono inseparabili, come inseparabili sono le civiltà dai conflitti in cui sono coinvolte.



Vortex Gaudier-Brzeska (scritto dalle trincee) sul primo numero della rivista Blast.



HO COMBATTUTO PER DUE MESI  e posso ora misuare l’intensità della vita.

MASSE UMANE brulicano e muovono, sono distrutte e crescono ancora.

CAVALLI sono consumati in tre settimane, muoiono lungo il lato della strada.

CANI vagano, sono distrutti, e altri vengono.

CON TUTTA LA DISTRUZIONE che lavora attorno a noi, NULLA E’ CAMBIATO, NEPPURE SUPERFICIALMENTE. LA VITA HA LA STESSA FORZA, E’ L’AGENTE MOTORE CHE PERMETTE AL PICCOLO INDIVIDUO DI ASSERIRE SE STESSO.

L’ESPLODERE DEI PROIETTILI, i colpi di fucileria, reticolati, proiettori, motori, il caos della battaglia, ALLA FINE NON MODIFICA i profili della collina che stiamo assediando. Una compagnia di PERNICI razzola di fronte alla nostra trincea.

SAREBBE INSENSATO CERCARE EMOZIONI ARTISTICHE TRA QUESTE PICCOLE NOSTRE OPERE.

QUESTO SPREGEVOLE MECCANISMO CHE FUNGE DA PURGA PER UN’UMANITA’ SOVRABBONDANTE.

QUESTA GUERRA E’ UN GRANDE RIMEDIO.

NELL’INDIVIDUO ESSA UCCIDE ARROGANZA, AUTOSTIMA, ORGOGLIO.

ESSA SOTTRAE ALLE MASSE NUMERI DI UNITA’ SUPERFLUE, LE CUI ATTIVITA’ ECONOMICHE SONO NOCIVE, COME LE RECENTI CRISI COMMERCIALI CI HANNO DIMOSTRATO.

LE MIE OPINIONI SULLA SCULTURA RIMANGONO ASSOLUTAMENTE LE STESSE.

E’ IL VORTICE DEL VOLERE, DELLA DECISIONE, CHE COMINCIA.

TRARRO’ LE MIE EMOZIONI ESCLUSIVAMENTE DALLA DISPOSIZIONE DELLE SUPERFICI, presenterò le mie emozioni come DISPOSIZIONE DELLE MIE SUPERFICI, I PIANI E LE LINEE DALLE QUALI SONO DEFINITI.

Come questa collina dove i tedeschi sono così solidamente trincerati mi dà una sensazione fastidiosa, semplicemente perché i suoi dolci pendii sono rotti dalle opere campali. che lanciano lunghe ombre al tramonto. Allo stesso modo io riceverò sensazioni, di qualsiasivoglia definizione, da una statua, A SECONDA DEI SUOI PENDII, modificata all’infinito.

Ho fatto un esperimento. Due giorni fa ho strappato ad un nemico il fucile Mauser. La sua pesante ed ingombrante forma mi ha sommerso con una potente immagine di brutalità.

Per lungo tempo sono rimasto in dubbio se mi piacesse oppure no.

Ho deciso che non mi piaceva.

Ho spaccato il calcio e con il mio coltello l’ho scolpito in una forma attraverso la quale ho tentato di esprimere un più gentile ordine di cose, che io preferivo.

MA VOGLIO SOTTOLINEARE che LA MIA SCULTURA ha ricevuto il suo effetto (così come l’aveva il fucile) da un'assai semplice composizione di linee e piani.

(In calce al testo, compariva questo trafiletto)

Mort pur la patrie

Henri Gaudier-Brzeska: dopo mesi di combattimenti e due promozioni per merito, Henri Gaudier-Brzeska fu ucciso durante una carica a Neuville St. Vaast, il 5 giugno 1915.

ritratto di Ezra Pound




autoritratto


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