UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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sabato 1 febbraio 2020

VITTORIO ZECCHIN. VETRO, FILO, PIGMENTO.

Trasparente come il vetro l’amore di Vittorio Zecchin per l’arte in tutte le sue espressioni. Un maestro che ha unito come pochi pittura, arte tessile, design e la cultura del vetro di Murano, troppo artigiano nell’animo, forse, per riuscire ad affermarsi come artista assoluto. 




Vittorio Zecchin - Mille e una notte

Muranese lui stesso, Vittorio Zecchin (1878-1947), diplomato all’Accademia di Belle Arti di Venezia, Zecchin si distingue ben presto per l’insofferenza nei confronti della cultura verista tardo ottocentesca, e viceversa per l’adesione ad alcuni degli impulsi provenienti dalle Biennali lagunari, che gli permettono di approfondire le ricerche simboliste e le proposte delle avanguardie mitteleuropee, secessione in testa, nel mito di Klimt. E sono queste le sue opere più belle, texture poetiche e visionarie che vanno ben al di là del decor liberty e andrebbero sicuramente valorizzate.



Partecipe della grande stagione che vede nelle mostre di Ca’ Pesaro il suo centro propulsore (periodo in cui realizza e presenta arazzi, ricami e vetri smaltati), Zecchin entra in contatto e collabora con diverse figure operanti nel contesto lagunare, tra cui il pittore Teodoro Wolf Ferrari e gli Artisti Barovier. Nel ruolo rilevante di direttore artistico della Cappellin Venini (1921-1925) e poi della M.V.M. Cappellin & C. (fino al 1926) progetta vetri dall’impatto innovativo e dall’originale raffinatezza, senza rinunciare mai alla ricerca sulla stilizzazione della forma con una modernità che stupisce alla luce della sua formazione classica. Continua, nel corso degli anni trenta, a dedicarsi alla creazione di vetri raffinatissimi, collaborando con diverse vetrerie e dagli anni trenta e nell'ultimo decennio della sua vita, si dedica anche all'insegnamento in diversi istituti professionali veneziani tra cui la “Scuola per l'Industria Vetraria” di Murano (nel 1934) e la scuola per apprendisti vetrai “Abate Zanetti” (dal 1936).









Le mille e una notte, 1914, firmato con le iniziali V.Z, tempera su tavola, 58 x 65 cm,venduto a 75.000 euro

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