UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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venerdì 18 agosto 2017

We Can Do It! - ICONE SI DIVENTA.


Nel 1942, l'artista di Pittsburgh J. Howard Miller viene assunto in piena guerra dalla Comitato di coordinamento della produzione della Westinghouse per creare una serie di manifesti per lo sforzo bellico. Tanto per fare capire come una volta anche i grafici venivano assunti…
Uno dei manifesti che nacque fu il famoso "We Can Do It!" per invitare le donne a candidarsi per lo sforzo bellico, un'immagine che negli anni successivi sarebbe diventata "Rosie the Riveter". Ispirazione nata modificando una foto della United Press International (UPI), foto della fattora Geraldine Doyle del Michigan, o come emerso più tardi, di tale Naomi Fraley Parker della California.
I manifesti all’inizio non vanno molto oltre una fabbrica Midwest Westinghouse per due settimane nel mese di febbraio 1942.
Fu solo più tardi, intorno anni 19782 che il manifesto venne ripescato dall’Archivio militare e abbinato al movimento per la liberazione della donna. Nulla più si seppe di J. Howard Miller, che è morto nel 2004.









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