UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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domenica 13 agosto 2017

GROVER & CLYDE


"I've been a teacher all my life and I think I might as well be a teacher after I'm dead, so why don't I just give you my body." When Hunt agreed, Krantz added "But there's one catch: You
have to keep my dogs with me."     

   



Poco prima di morire di cancro nel 2002 l’antropologo Grover Krantz (1931-2002), tra i più fieri difensori della teoria di Bigfoot, ha donato il suo corpo alla scienza. Anzi, al prestigioso  Smithsonian di Washington (Smithsonian, the world's largest museum and research complex, with 19 museums, 9 research centers, and affiliates around the world…). Ma a una condizione. Essere ricomposto al suo amato cane Clyed, un gigantesco Irish Wolfhounds. La proposta venne accettata e nel 2009 vennero esposti per due anni insieme nel National Museum of Natural History nella mostra "Written in Bone: Forensic Files of the 17th-Century”.   
L’unico imbarazzo era quando gridava “Molla l’osso!”. Risata.




Sempre meglio comunque della moda di New Orleans (ma succede anche in Sud Africa) del funerale con il sitting dead, come se il defunto fosse ancora vivo, circondato dalle cose che amava. Un problema di estetica della morte che ricollega il presente ai culti funerari di 3000 anni fa.


 

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