UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


Seguiteci anche ogni mese su ARTeDOSSIER
https://www.facebook.com/museoimmaginario.museoimmaginario

https://www.facebook.com/Il-Museo-Immaginario-di-Allfredo-Accatino-487467594604391/




martedì 25 ottobre 2016

MAXIMO e BARTOLA. GLI ULTIMI AZTECHI E ALTRE STORIE FREAKS.



Venghino signori, venghino...



 

Quella che vedete la foto del 1865 tratta dagli archivi del Circo Barnum a dovrebbe rappresentae gi ultimi discendenti degli aztechi, fortunamente ritrovati nei ruderi abbandonati di un tempio, e ora ospiti del Circo.
Fu una pseudo scoperto storico-antropologica totalmente inventata, addirittura supportata da pubblicazioni pseudoscientifiche. In realtà i due bambini avevano sangue ispanico, e i loro veri nomi erano
Maximo Valdez Nunez e Bartola Velasquez, prelevati a 8 anni, negli anni '40, in un piccolo villaggio di San Miguel, El Salvador, da un mercante spagnolo di nome Ramón Selva che aveva notato la somiglianza dei loro teschi con quelli delle antiche incisioni azteche. 

Soffrivano semplicemente di encefalite e di disabilità mentale, ma il mercante promise ai genitori di portarli via per poterli curare, diventandone l'affidatario. Già un anno dopo, per sfruttare la curiosità che suscitava la forma del cranio, venivano però fatti esibire negli zoo per freaks e la loro notorietà crebbe così tanto nel tempo, da incontrare addirittura il Presidente degli Stati Uniti Millford Filmore e la Regina Vittoria interessati a quella bizzaria genetica.

Nel 1867 si sposano a Londra. Secondo alcuni fonti sarebbero morti poco dopo, secondo altre, avrebbero continuato ad esibirsi sino alla fine del secolo.

 

 

Come loro furono migliaia i malati mentali e i disabili sfruttati per esigenze di spettacolo negli Stati Uniti, lasciati dalle famiglie o dagli stessi istituti ai circhi viaggianti, spesso in cambio di denaro.

Come Schlitzie, pseudonimo di Simon Metz, (New York 1901 – Los Angeles, 1971), showman e attore statunitense. Affetto da microcefalia, assunse una notorietà internazionale per aver recitato nel film Freaks di Tod Browning del 1932. Nonostante fosse affetto da ritardo mentale (aveva un'età mentale pari a quella di un bimbo di tre anni), sapeva cantare, ballare e contare fino a dieci, riuscendo persino a imitare il tono del regista Tod Browning. Nonostante fosse un uomo, era solito portare vestiti femminili; ciò era dovuto al fatto che così gli fosse più comodo espletare le sue funzioni corporali. Morì all'età di 70 anni, inusuale per una patologia così grave.


 
L’esposizione di Freaks si protasse sino ai primi anni '50 negli Stati Uniti. Nel 1925, una mostra al Belle Vue Zoo di Manchester fu intitolata ‘i cannibali’ ed esibiva invece  africani di colore rappresentati come selvaggi.


Esposizione di Freaks a Coney Island, NY alla fine degli anni '40

 

 

Antonietta Gonsalvus. È nota per essere stata affetta da ipertricosi (come suo padre e tre dei suoi cinque fratelli). Quello della sua famiglia è il più antico caso di ipertricosi descritto in Europa. È stata più volte raffigurata nei dipinti, in genere con la famiglia. Crebbe a Fontainebleau, dove faceva parte della corte del re Enrico II di Francia.  Tra il 1580 e il 1590 Petrus Gonsalvus e la sua famiglia si recarono in viaggio in Italia, dove si menziona il loro soggiorno alla corte di Margherita di Parma. Non è noto l'anno della morte di Antonietta, mentre il luogo è presumibilmente Capodimonte, dove morì anche il padre. 

 
 
 

Nessun commento:

Posta un commento