UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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lunedì 24 ottobre 2016

GUIDO GREGANTI. IL PITTORE DEI POTENTI.

Pietro Annigoni, ritratto per l'insediamento della Regina Elisabetta, 1954

I ritratti dei potenti,  re e papa, olio su tela, sono riusciti a resistere a 100 anni di fotografia, per poi morire di inedia e anacronismo alla fine degli anni ’80. Unici sopravvisuti, oggi, i ritratti dei Santi nel giorno della beatificazione a Piazza San Pietro, e ritratti dei capi di stato di piccole nazioni marginali, che alternano la tela a pesanti dosi di photoshop.
Eppure, una volta erano chiamati artisti come Tiziano o Velasquez. E ancora adesso riecheggia il prestigio di Pietro Annigoni (Milano, 1910 – Firenze, 1988) pittore della real casa inglese, e autori di celebri ritratti ai Kennedy, agli Scià di Persia o alla Regina di Danimarca
Poco si ricorda, invece, della figura di Guido Greganti,  in vita famosissimo, che per tutta la vita immortalò i potenti, da Benito Mussolini – per il quale realizzerà il primo ritratto ufficiale -  a tutti i Papa, da Pio XII a Papa Giovanni Paolo II. E poi il Re Vittorio Emanuele III e gli eroi della prima e della seconda guerra mondiale,  per divenire nel 1962 il ritrattista ufficiale del presidente della Repubblica tunisina al-abīb Bū Rqība (Burghiba), per l'esecuzione di tre suoi ritratti e di quelli della prima moglie Maffida e della seconda Wassila (proprietà del palazzo presidenziale di Tunisi) e per alcuni quadri di soggetto storico, di cui il più importante raffigura Ritorno di Burghiba a Tunisi dopo l'ottenuta indipendenza della Tunisia (proprietà del palazzo presidenziale di Cartagine) qui nella foto.

Guido Greganti: Ritorno di Burghiba a Tunisi dopo l'ottenuta indipendenza della Tunisia
Eppure aveva cominciato come militare di carriera nella Marina, per poi conoscere a Taranto la sua futura moglie. Si era sempre dedicato alla pittura da autodidatta, anzi, da dilettante, ma ora decide di lasciare tutto per diventare non solo pittore, ma ritrattista. Il suo stile, da allora, rimarrà fedele sempre a se stesso. Ultimo difensore di quella visione ieratica che dona autorità a chi autorità già ce l’ha. E che ci piace inserire in queste pagine, perché in ogni caso sopravvissuto al cambiamento della storia. E che aderisce nel 1947 con Gregorio Sciltian, Annigoni e i fratelli Xavier e Antonio Bueno al manifesto dei pittori moderni della realtà.

Ritratto della figlia, 1930
Nato nel 1987 a Livorno, morto a Roma nel 1986 viaggerà a lungo, affermandosi negli Stati Uniti (dove realizzare importanti cicli decorativi), divenendo storico collaboratore della Enciclopedia Italiana per la quale realizzerà 3000 illustrazioni. Lasciando anche bellissimi studi sui disastri della guerra e sui lavori nei campi, attento, questa volta, a raccontare la storia dei tanti senza nome che la storia l’hanno fatto veramente.

 

Ritratto di bambino, 1926

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