UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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giovedì 27 ottobre 2016

RIFLESSI SUL LAGO DORATO. L'acqua come specchio.



Mia mamma diceva sempre: “Figlio mio, prima di agire dovresti riflettere un po’ di più….” Capite, quindi, perché mi piacciono così tanto gli spettacoli sull’acqua e i loro riflessi?
Ora, immaginate di avere davanti il più grande palcoscenico galleggiante su lago al mondo e, alle vostre spalle, un anfiteatro da 7000 persone. Ecco, siete fortunati. Potrete assistere a uno delle fantasmagoriche rappresentazioni del Festival di Bregenz, appuntamento imperdibile per gli appassionati d'opera, celebre in tutto il mondo per le spettacolari scenografie costruite sul lago di Costanza, definito il lago delle tre nazioni: Austria, Germania e Svizzera. Meraviglie architettoniche e meccaniche fuori misura trasformano lo scenario naturale nel più grande teatro all'aperto del mondo, dove ogni anno registi, scenografi e artisti di grido si misurano con la massima dimensione dell'opera lirica.

 

 
 

 



Il festival fu fondato nel 1946. Dal dicembre 2003, David Pountney è stato il direttore artistico del festival, ma ha anche ospitato nel 2008, le scene per il 22° film di James Bond Quantum of Solace sono state girate sul Seebühne durante una rappresentazione di Tosca.


Anche io nel mio piccolo ho scritto e ideato due show sull’acqua, che ora mi piace ricordare.
Il lancio della Fiat 500 su Po, con Marco Balich nel 2006, che tanto fece parlare al suo tempo. E Rassviet, uno show private in Ucraina messo inscena con Luc Petit.
Mamma, avevi ragione tu. E sempre meglio riflettere.


Rassviet, Ucraina
Rassviet, Ucraina
Rassviet, Ucraina
Lancio Fiat 500 sul Po, Torino

Lancio Fiat 500 sul Po, Torino

mercoledì 26 ottobre 2016

JULIAN MANDEL. IL PORCO ELEGANTE.




Il mio ultimo acquisto, da togliere il fiato, trovato in una bancarella per pochi euro. Julian Mandel, Nus Fantastiques, 1932, una raccolta di foto tra erotismo e surrealismo, del maggiore fotografo di nudo dell'epoca. 
 

Julian Mandel (1872 -1935 Parigi), alzaziano, trovò la sua fortuna nel mercato clandestino delle foto erotiche, diventando poi editore di cartoline licenziose e quindi di riviste quasi di tendenza, pubblicate tra il 1910 e il 1930. Non solo foto in studio, sempre raffinate, ma veri e propri set tematici dove cercava di sperimentare trucchi visivi e tecniche di camera oscura. Ma anche nelle foto “naturiste” che troveranno soprattutto in Germania grande fortuna. Il suo nome iniziò ad affermarsi anche perché fu il primo a firmare le foto sul fronte.


IL PIANETA DELLE SCIMMIE SECONDO EMMANUEL FREMIET

I delitti della Rue Morgue (The Murders in the Rue Morgue), è un racconto scritto da Edgar Allan Poe pubblicato nell'aprile del 1841 sul The Graham's Lady's and Gentleman's Magazine di Filadelfia. Un giallo bizzarro e paradossale, su un duplice delitto. Ma ecco la soluzione: “…Il colpevole non è un brutale assassino, come tutti credono, ma un animale. Un enorme orango del Borneo fuggito da una nave con il rasoio del padrone. Il marinaio insegue l'orango, che si arrampica fino all'appartamento delle vittime, dove madame L'Espanaye e la figlia vengono colte di sorpresa. Il marinaio, salito a sua volta, osserva inerme dall'esterno la scena: l'orango, balzato nell'appartamento, tenta di radere Madame L'Espanaye imitando il comportamento del padrone, ma di fronte alla reazione di terrore scomposto della donna diventa improvvisamente furioso e le tronca di netto la testa. Il sangue eccita ancor più la scimmia, che in preda al furore strangola Mademoiselle L'Espanaye…
 

Ora che vi siete ripresi dallo spavento, ho il piacere di mostrarvi l’unica scultura che imprime nel marmo, con incredibile realismo, un omicidio nel momento esatto in cui si compie: "Orangutang che strangola un selvaggio del Borneo" (1895) di Emmanuel Frémiet (Parigi 1824 – 1910). Presenta molti punti in contatto con il racconto di Poe, ma vorrebbe in realtà sintetizzare lo scontro tra la civiltà e uomo da una parte e la forza della natura dall’altra. 
Tema che era stato ripreso da altri autori del tempo, come Louis-Ernest Barrias (Lotta con l’alligatore, 1895) e Jules Coutan (Caccia all’Aquila, 1899/1900).

La cosa interessante è che Frémiet non si ferma al primo omicidio, commissionato dal Museo di Storia Naturale di Parigi, ma produce altre opere sul tema, tra cui "Gorilla che rapisce una donna" che ottenne la medaglia d'onore al Salon di Parigi del 1887, e che prefigura con incredibile chiarezza la svolta finale di King Kong. Il segreto di un gusto macabro che forse nasce dal suo lavoro da ragazzo alla Morgue, quando disegna il volto dei morti annegati per togliere il pallore, dopo aver "ricomposto un uomo decapitato a colpi d'ascia o fatto a pezzi da una falciatrice".
Emmanuel Frémiet, non era però uno scultore qualunque. Era al massimo della sua fama, era stato maestro di disegno animalista di Rembrandt Bugatti, e aveva da poco terminato il suo capolavoro, la grande statua dorata di Giovanna d'Arco a cavallo, vessillo al vento, che da più di un secolo è al centro di Place des Pyramides, o l’elefante, che ancora adesso accoglie i visitatori all'esterno del Musée d'Orsay.

"Gorilla che rapisce una donna" 1887,

Jules Coutan (Caccia all’Aquila, 1899/1900).
Louis-Ernest Barrias (Lotta con l’alligatore, 1895)
King Kong, 1933


Ben Smith





VIVE LA DIFFERENCE!? CONFRONTI E ASSONANZE.