UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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lunedì 11 febbraio 2013

MARTHE DONAS. MEGLIO NON NASCERE DONNA.

livre d'images, circa 1918, plaster and oil paint on cardboard

Una cubista, ma non nel senso che ballava in discoteca, che voleva fare il pittore, perché ne aveva le qualità, ma che ebbe la sfortuna di nascere donna.

Originaria di Anversa, Marthe Donas (1885-1967), belga, scoprì il cubismo e il modernismo a Parigi durante la prima guerra mondiale. Dopo un soggiorno a Nizza, dove frequenta lo scultore Alexander Archipenko, torna a Parigi nel 1918, e diventa un membro della Section d'Or lavorando con artisti come Larionov, Gleizes, Survage e Van Doesburg. Intorno al 1920, il suo lavoro viene esposto in tutta Europa, accostata a Tauber Arp e Sonia Delaunay.

Tête cubiste (1917)

Nel 1922 si sposa, ha una figlia, ed iniziano i problemi. Comincia infatti una vita di traslochi (Parigi, Ittre, Anversa, Lisbona, Braine-l'Alleud, Bruxelles) resa complicata dalle difficoltà professionali del marito e da altri problemi familiari. Marthe smetterà di dipingere per quasi 20 anni. 


Ricomincerà solo nel 1947, rivolgendosi all'astrattismo. La sua pittura, come scrisse, aveva un obiettivo: “l’infini dans le fini”. Trovare l'infinito nel finito. Chapeau. Le hanno dedicato un museo.

Still Life with Coffee Pot - 1917
"Still Life with Bottle and Cap,” 1917.

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