UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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domenica 24 febbraio 2013

IL PITTORE CHE VENNE AVVELENATO DALLA COSA CHE AMAVA DI PIU’


Gustav Wunderwald (1882-1945) nasce a Colonia-Kalk. Inizia la sua carriera con un apprendistato con il maestro Wilhelm Kuhn e nel 1900 inizia a lavorare come scenografo e pittore per teatri, prima in Germania, poi in tutta Europa, dall'Opera Reale di Stoccolma allo Stadttheater di Innsbruck.
Dopo la prima guerra mondiale si stabilisce a Berlino, città nella quale realizza le sue prime mostre, e con la quale nascerà un feeling e un rapporto particolare. 
Gustav cercherà di raccontarla in tutti i suoi aspetti. Nasce così una ricerca formale che sembra anticipare in alcuni casi la cultura pop e la nuova oggettività. Con una particolare attenzione agli scorci più tristi e malinconici della vita urbana.



Quando il regime nazista va al potere, Gustav Wunderwald non mostra più il suo lavoro in pubblico, e sceglie di guadagnarsi da vivere colorando film pubblicitari per Ufa e Film Marte. Alla fine della guerra, quando ha deciso di riprendere la sua carriera ufficiale di pittore, muore per aver bevuto acqua avvelenata a Berlino, nel giugno del 1945. Ucciso dalla città che amava più di ogni altra cosa.




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